Sembra ormai raggiunto l’accordo tra il Napoli e il Comune per il restyling dello Stadio San Paolo, che dovrebbe iniziare nella tarda primavera del 2016 e concludersi alla fine del 2017. Un’operazione che cambierà totalmente volto all’impianto di Fuorigrotta.
GLI SPALTI – La novità principale riguarderà gli spalti: il primo anello dovrebbe essere eliminato, e la zona su cui sorge essere destinata ad attività commerciali in grado di produrre reddito per il Napoli. Il secondo anello, lato Distinti e Tribune, verrà “allungato” fino ad arrivare a bordocampo. Stesso discorso per le curve, che a loro volta verranno avvicinate al terreno di gioco. Un restauro totale dunque, che farà del San Paolo finalmente uno stadio all’altezza.
LA CAPIENZA – A far discutere, in queste ore, è la capienza del catino partenopeo, che sarà ridotta a 45 mila spettatori. Un dato che sta facendo riflettere: l’impianto di Fuorigrotta, che in un passato ormai remoto ha ospitato anche 90 mila tifosi, era per capienza il terzo d’Italia dopo San Siro e l’Olimpico di Roma. Troppo pochi 45 mila spettatori? A una lettura superficiale, sembrerebbe di sì. Il trend degli ultimi anni invece, dimostra esattamente il contrario. Basta leggere i numeri delle ultime tre stagioni: la media spettatori del 2012-’13 è stata di 39.636; quella del 2013-’14 di 40.632; quella di quest’anno 32.266. Numeri estremamente negativi. Complici le tv a pagamento (che ormai trasmettono ogni partita), nonchè le difficoltà burocratiche che si riscontrano nel comprare i biglietti (a causa di una legge ingarbugliata e poco funzionale) e un certo allontanamento di una parte di tifosi (che scelgono solo i match di cartello), il club ha optato per una capienza ridotta, ma che garantisca un colpo d’occhio sempre da sold out. E con gli spalti a ridosso del campo, i 45 mila del San Paolo potrebbero diventare davvero un valore aggiunto per la squadra.
Vincenzo Balzano
Twitter: @VinBalzano
Articolo modificato 28 Giu 2015 - 11:34