Sarà una stagione impegnativa per il nuovo Napoli di Sarri, che dovrà competere al massimo su più fronti. Tralasciando campionato e Coppa Italia, la spina nel fianco degli azzurri sembra l’Europa League, competizione che ha lasciato l’amaro in bocca agli uomini di Benitez la scorsa stagione. E pensare che un allenatore esperto (eufemismo) e una rosa di un certo livello aveva indotto gli addetti ai lavori a pensare che il Napoli avrebbe potuto sbaragliare la concorrenza: così non è stato.
Anzi, l’eliminazione dell’Europa League ha pesato maggiormente in casa Napoli, perché arrivata davvero a un passo dalla finale. La beffa con il Dnipro ha certamente aggravato il malumore che già si respirava da tempo a Castel Volturno.
La delusione è stata maggiore perché arrivata dopo una cavalcata invidiabile, un girone dominato, e un’impresa in casa del Wolfsburg, seconda forza del campionato tedesco.
Il Napoli riparte di nuovo dall’Europa League, ma stavolta non da favorita. Sarri non è certamente un profilo internazionale, manca di esperienza in Serie A, figurarsi in ambito europeo. Lo stesso dicasi per Valdifiori, primo acquisto della nuova campagna di mercato. Infine, resta un interrogativo: puntare di nuovo alla vittoria della competizione, con il rischio di restare scottati, oppure salvaguardare le energie per spendere il massimo in campionato?
Sarri ha dalla sua una carta sempre vincente: l’entusiasmo, la grinta dell’esordiente. La nuova squadra composta non più di giocatori affermati, ma di onesti gregari, dovrà avere la grinta che nella semifinale con il Dnipro non si è vista. Anzi, proprio dalla cavalcata degli ucraini gli azzurri non potranno che prendere spunto: una squadra che ha dato del filo da torcere a tutti, arrivando a un passo dalla vittoria, pur giocando in un Paese segnato dalla guerra e disponendo di una rosa di basso livello.
Il Napoli riparte dell’Europa League, ma stavolta lo fa con più incognite, non da favorita, più che altro da outsider: tutto dipenderà dalla volontà di andare fino in fonda, considerando (e infischiandosene) la possibilità di restare scottati come l’ultima volta.
Vittorio Perrone