Zola: “A Napoli momenti meravigliosi. E quella battuta di Diego…”

Quarantanove anni da Magic Box, il soprannome affibiatogli dall’adorante pubblico dello Stamford Bridge, non da tamburino sardo, mai digerito dal talento purissimo nato ad Oliena nel luglio del ’66. Napoli come ricordo indelebile, approdato nel 1989 alle pendici del Vesuvio grazie alla sapiente regia di Luciano Moggi. Una schiera di campioni ad accoglierlo, in cattedra il più grande di tutti i tempi: Diego Armando Maradona. Mentore e maestro del talento sardo che in azzurro raggiungerà 136 presenze e realizzando 36 goal.

In occasione del suo compleanno, Zola ha rilasciato un’ampia intervista a gianlucadimarzio.com, ripercorrendo anche le tappe in azzurro.

Napoli. “Sono stati momenti bellissimi. Ero il classico ragazzo che arrivava dal calcio di provincia e si trovava catapultato in una realtà totalmente diversa, nel calcio che conta. Ero arrivato suscitando una certa curiosità e interesse e la mia più grande fortuna è stata di approdare in una squadra dove c’erano dei campioni straordinari come Maradona, Careca, Alemao, Ferrara… Maestri eccezionali, tutta gente di grandissimo spessore qualitativo, tecnico e umano. L’altra mia fortuna è stata arrivare lì con lo spirito giusto, con la giusta attitudine: questo mi ha permesso di trarre il massimo dalla grande opportunità che mi era stata data”.

Diego e quella battuta sull’altezza… “Sì, è vera, anche se in realtà non era un gran vanto, visto che si trattava di uno o due centimetri, e se avessi avuto i riccioli come i suoi probabilmente sarei stato più alto io. Sono stati anni fantastici, in cui ho imparato tantissimo. Imparare è una delle cose più belle delle vita, non solo nel calcio. Quando stai con dei maestri del genere, disposti a insegnarti, è un’esperienza unica”.

 

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