A prescindere dai “figli e figliastri” della comunicazione voluti da papà Aurelio, il nuovo Napoli è pronto a partire. Anche se non tutti i tifosi hanno potuto leggere o ascoltare in tv le prime sensazioni di Sarri, mercoledì comincerà ufficialmente la stagione degli azzurri con il raduno di Castel Volturno. Il processo di provincializzazione deciso dal padrone del vapore è iniziato in modo diametralmente opposto a quello dì internazionalizzazione dettato da Benitez due estati fa. Ma non poteva essere altrimenti. Allora il Rafa pluridecorato arrivò in pompa magna in elicottero al centro sportivo domitiano e la presentazione fu fatta in grande stile. Con tanto di interprete spagnolo. C’erano tanti soldi in cassaforte e c’era l’entusiasmo Champions. Il “povero” Maurizio da Figline Valdarno, invece, dopo una trattativa snervante per diventare il nuovo allenatore, ha trovato il portafogli senza i milioni della Uefa e una coppetta da disputare. Ecco, quindi, che si è dovuto concedere a pochi eletti. Segno che qualcosa è cambiato. Lo “spalla a spalla” tanto decantato dall’attuale trainer del Real non è più di moda.
A quanto pare ognuno va per la sua strada, sperando che si cominci bene e si finisca meglio. In caso contrario, De Laurentiis avrà qualche difficoltà a chiedere una mano ai figli di NN dei massmedia. Ma è un rischio che si può correre poiché il patron è convinto che con Sarri, Giuntoli e il mercato che si sta facendo si lotterà facilmente per un posto in Champions. Si parte, quindi. Tra lo scetticissimo della piazza e gli striscioni contro il presidente. Avrà il suo bel da fare Sarri nella sua prima esperienza con una big. Sa bene il toscano che dovrà forgiare nel migliore dei modi il gruppo partenopeo per evitare di fare figuracce al pronti via. Il ritiro di Dimaro sarà una tappa importante per insegnare ai calciatori il suo credo calcistico. Per il momento ha una rosa folta e le uniche due operazioni in entrata sono state quelle di Valdifiori e Reina. Ce ne saranno delle altre ma si dovrà anche cedere. Mentre si aspettano gli ingressi di Allan e di qualche difensore, ci si deve concentrare su chi è rimasto. Sperando naturalmente che non vadano via i pezzi pregiati.
C’è ottimismo per il rientro alla base di Gonzalo Higuaìn. Il Pipita ha chiuso definitivamente l’anno calcistico personale con un’altra delusione. E con l’ennesimo rigore sbagliato che non ha permesso all’Argentina di vincere la Coppa America. Ha goduto Edu Vargas che, però, non vestirà la maglia azzurra. La prima cosa che dovrà fare Sarri sarà quella di cambiare rigorista. Non ce ne voglia Higuaìn ma i penalty li dovrà lasciare tirare a Gabbiadini o Mertens. Mai come quest’anno si deve assolutamente vincere e se lo si può fare dagli undici metri ben venga. Tutto si deve fare tranne che partire male. Guai a steccare all’inizio. Sarri, non per colpa sua, già viene considerato una quarta scelta (visti i no di Emery, Mihajlovic e Montella), dovesse subito deludere, non si sa cosa potrebbe accadere. Ma è un rischio da correre. La cosa certa è che l’ex empolese dovrà essere tutelato sempre e soprattutto dalla società. Se è cambiato il modo di comunicare sarebbe opportuno modificare anche il rapporto con gli allenatori. Guai a lasciarlo solo il signor Maurizio perché almeno con lui c’è bisogno di uno spalla a spalla. Altrimenti si rischia di fallire prima ancora di partire.
Salvatore Caiazza per Il Roma
Articolo modificato 6 Lug 2015 - 12:12