“Voglio un Napoli italiano”. Così Aurelio De Laurentiis aveva annunciato il suo progetto di ridare lustro al movimento tricolore, immaginando un Napoli fatto esclusivamente di calciatori del Bel Paese. Al momento, però, le leggi del calciomercato lo smentiscono: il made in Italy costa troppo. Il solo Milan, per citare un esempio, ha dovuto sborsare circa 20 milioni per assicurarsi Bertolacci, la stessa cifra che il Napoli ha ritenuto eccessiva per arrivare a Darmian. Così, la dirigenza partenopea ha dovuto ripiegare su obiettivi stranieri, Vrsaljko per la fascia, Allan per il centrocampo.
Lo stesso dicasi per la trequarti. Il tandem Giuntoli-ADL inizialmente aveva pensato a Saponara, reduce da una seconda parte di stagione positiva all’Empoli, condita da 7 goal in 18 presenze. La richiesta dei toscani di 15 milioni è stata giudicata eccessiva dalla dirigenza partenopea, che ha preferito virare sull’usato sicuro: sul taccuino di Giuntoli è finito Diego Perotti, 27enne messosi in luce con la maglia del Genoa dopo una carriera travagliata. Le parti sembrano vicine ma il Napoli non ha fretta, perché nel frattempo c’è da sistemare la difesa.
Il Napoli aveva pensato a Romagnoli e Rugani, ma anche per il difensore della Roma la valutazione è elevatissima (circa 20 milioni), mentre il secondo è giudicato incedibile dalla Juventus. Le attenzioni del Napoli sono così ricadute su Davide Astori. La società azzurra ha offerto circa 4,5 milioni al Cagliari e 800 mila euro annui al calciatore, in cerca di riscatto dopo una stagione non esaltante alla Roma.
Il mercato per ora conferma la tendenza che il made in Italy costa troppo. Per il Napoli, in tempo di perdite di venti milioni e di mancate Champions League, è importante guardare al risparmio: pazienza se il progetto di italianizzazione ne risente.
Vittorio Perrone