Sino ad ora il mercato del Napoli, tra alti e bassi, era riuscito ad essere fruttuoso con il pregio di non cadere nel vortice mediatico. Non grandi nomi, ma giocatori funzionali all’allenatore ed alla squadra. Era questa la grande richiesta di Sarri, a cui De Laurentiis non ha fatto mancare il suo appoggio anche grazie all’ingaggio del nuovo direttore sportivo Giuntoli. Per questo motivo, l’ultima mossa azzurra lascia molto perplessi.
L’acquisto di Gabriel come vice Reina non è quella che può essere definita una operazione saggia. Il giocatore brasiliano, innanzitutto, non era prettamente indispensabile alla causa azzurra. Anzi, a Napoli ci sono anche troppi portieri e forse sarebbe stato utile lavorare su altri giocatori di altri ruoli. Poi l’arrivo dell’ex Carpi apre anche una discussione molto interessante. Sino ad ora, si stava portando avanti una linea di “italianizzazione”, voluta proprio dal presidente. Far entrare in squadra Gabriel e far partire allo stesso momento un prodotto del vivaio come Sepe non ha tanto senso in un’ottica di sviluppo.
Oltre a tutto ciò, ci sono altri due motivi per dubitare del nuovo portiere azzurro. Innanzitutto, la formula. Il prestito secco, senza diritto di riscatto, non lascia intravedere futuro per il giocatore ed il suo arrivo può essere visto a ragione come una soluzione temporanea. Il livello tecnico del brasiliano poi propone altre riflessioni. Sebbene la scorsa stagione il giocatore si sia fatto notare nel Carpi come uno dei migliori portieri della Serie B, sino ad ora il ragazzo non ha mai mantenuto fede al fatto di essere considerato il nuovo Julio Cesar. I suoi margini di miglioramento sono ancora molti ed all’ombra di Reina non si vede come possa trovar posto da titolare nell’undici di Sarri.
Insomma, l’acquisto di Gabriel è uno dei maggiori interrogativi di questa sessione di mercato. L’impressione è che si sia persa una grande occasione. Sepe era la scommessa sul futuro e farlo crescere già da ora con l’aiuto di Reina avrebbe potuto portare a grandi risultati se non per l’oggi, sicuramente per il domani.
Gennaro Sgambati
Twitter: @GennaroSgambati
Articolo modificato 14 Lug 2015 - 09:37