Carico al punto giusto, mettendo i più classici puntini sulle i. Maurizio Sarri è pronto a giocarsi al massimo una chance da far tremare i polsi, dopo anni di semina calcando i campi di ogni categoria.
Schietto, ironico e pragmatico il nuovo allenatore partenopeo al Teatro comunale di Dimaro, senza snaturare quella genuinità che ne ha fatto, insieme ad una squadra in grado di affrontare qualsiasi avversaria in maniera eccellente, uno delle più gradite rivelazioni della scorsa stagione. Tanto lavoro sul campo, poco occhio al mercato: “Io mi dedico solo agli allenamenti. Giuntoli lo sento ogni tre giorni, non mi interessa il mercato. Mi stanno sui coglioni (testuale ndr) gli allenatori che parlano sempre di mercato. Per me i miei 25 giocatori che ho a disposizione adesso sono i migliori 25 del mondo. Non voglio proprio saperne niente”.
L’inversione di tendenza rispetto al passato è netta, tagliente, senza diritto di repliche. Testa al campo e fiducia nella dirigenza, la priorità è il lavoro, i responsi dal mercato arriveranno. L’antifona non muta sulle richieste esplicite al gruppo, senza sconti a nessuno. Lavoro e disponibilità come qualità endemiche, l’unico modo per condurre una lieta e proficua convivenza: “Io non devo convincere nessuno. La forza te la dà la società convincendosi che i metodi di lavori sono buoni così come i risultati. Se ciò non succede, ogni innovazione può diventare una problematica. Bisogna poi avere una squadra predisposta, o per natura o per costruzione. L’importante è che lo sia”.
Applicazione come punto fermo, imprescindibile, per valorizzare al meglio una rosa che invita ad attingere ad una qualità e ad un’abbondanza ancora inesplorate. Sudore e abnegazione in allenamento, l’unico modus operandi per apprendere quella che rappresenta più di svolta tattica, una vera e propria rifondazione nei metodi e nella mentalità: “Il Napoli sarà una squadra di sudore. Tutti lavorano, la durata degli allenamenti è più lunga, ma alzeremo i ritmi. Stiamo costruendo e siamo in piena fase didattica. In fase difensiva c’è bisogno di organizzazione ed applicazione. Se sbagliano loro, vado a casa io. Se sbaglia un solo calciatore va a casa lui”
Docente in cattedra, ma alla ferrea disciplina è necessario accompagnare una peculiarità necessaria, snodo cruciale per cementare ambizioni e cogliere risultati: divertirsi. La chiave per vedere in riva al Golfo l’Higuain 2.0, un Pipita tirato a lucido in grado di mettere in mostra qualità per Sarri ancora inespresse: “Da lui voglio vedere qualche sorriso in più in campo, l’ho sempre visto molto teso“. L’umoralità a influenzare il rendimento in campo, una croce che è riuscita a far passare, a tratti, in secondo piano una stagione che i numeri raccontano come tra le più importanti nella carriera dell’argentino, 29 goal e 11 assist, insufficienti – a conti fatti – a tracciare un finale a lieto fine per una stagione a tratti fin troppo bipolare.
Divertimento come base, per il leader tecnico e per l’intero gruppo: “Vorrei vedere una squadra che in campo si diverte. Più sorrisi e meno nervosismo”. Idee chiare e sudore, primo di tutto, Sarri serra le fila del suo regno in azzurro appena agli inizi.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 15 Lug 2015 - 16:31