L’evoluzione di Hamsik, il capitano mette la sua duttilità al servizio di Sarri per compiere il definitivo salto di qualità

Si sta disegnando, finalmente, lo scacchiere di Sarri. Dopo mesi passati a speculare, è arrivato il momento delle certezze: il modulo di riferimento sarà il 4-3-1-2 mentre la variante il cosiddetto “Albero di Natale”, meglio conosciuto come 4-3-2-1. Ciò che non cambierà sarà il compito dei centrocampisti che nella formazione tipo dovrebbero essere Valdifiori, Allan e Hamsik. Se i primi due sono ormai catechizzati a dovere e abituati a ricoprire i ruoli, rispettivamente, di regista e interno, lo stesso non si può dire per il capitano, per cui il ruolo di mezzala è quasi inedito.

Già, perché con Mazzarri Hamsik aveva sì compiti simili, ma non ha mai davvero ricoperto il ruolo di mezzala: spesso i suoi inserimenti lo portavano a impiegarsi sulla trequarti con pochi compiti di copertura. Il nuovo ruolo dello slovacco, invece, prevede non soltanto la fase offensiva, ma anche quella passiva. Hamsik ha disputato una buona prova contro il Feralpi, si è fatto vedere molto in zona goal, provando la conclusione e fornendo un assist a Mertens, ma qualcosa in fatto di ripiegamenti difensivi andrà perfezionato.

Anche perché quello di Sarri è un gioco particolarmente corale, che prevede l’apporto di tutti sia quando c’è da costruire che quando c’è, invece, da difendere. Hamsik dovrà integrarsi nei nuovi compiti richiestigli dal tecnico, cosa che potrebbe portarlo a compiere il definitivo salto di qualità. Potrebbe perdere qualcosina in zona goal, ma acquisirlo in esperienza, diventando, finalmente, un calciatore completo e duttile.

Vittorio Perrone

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