Maurizio Sarri è la più grande novità di questo nuovo Napoli, nato dalle ceneri dell’era Benitez e pronto a cominciare la sua scalata a partire dalla gara esterna contro il Sassuolo, la prossima settimana. E’ chiaro che ci si aspettava un nome diverso, dopo aver avuto un allenatore come Benitez, conosciuto in tutto il globo del calcio che conta, manager più che allenatore. Tuttavia, quel che serviva al Napoli, in questo particolare momento, era un allenatore autentico, a 360°: occhi più sul campo che ai bilanci, non contano i nomi altisonanti ma quelli che corrono in campo. Fatto sta che è un uomo che vive sul rettangolo di gioco tutto il giorno, pronto a lasciarsi coinvolgere e a coinvolgere lui stesso il pubblico, la squadra, la società. Una persona semplice che può dare tanto al nuovo Napoli che De Laurentiis e Giuntoli hanno disegnato per lui, accontentando scelte e richieste per dare finalmente nuova linfa a quello che giustamente è stato definito “nuovo progetto”.
Per anni si è parlato di consacrazione: nelle piazze, nei bar, in famiglia, fino allo stadio. E parzialmente, anno dopo anno, un pezzo in più è stato sempre aggiunto a quel puzzle cominciato nel lontano 2004, dopo un fallimento, dalla serie C. Quei tempi sono lontani e di strada ne è stata fatta. Nella mente delle persone si è cominciato a parlare di “grande salto”, quello che finora non è arrivato, anche quando c’erano tutte le condizioni per realizzarlo. Umiltà, tenacia, determinazione, personalità sono fondamentali nel calcio moderno e proprio Sarri lo dimostra. Due possono essere i punti di forza del nuovo ciclo dei partenopei.
Sintonia con la società: probabilmente Sarri è l’allenatore che la società più apprezza dai tempi di Mazzarri. Il lavoro, quello che da sempre predica De Laurentiis, è all’ordine del giorno e il nuovo Mister ha saputo conquistarsi la fiducia dell’ambiente non solo dopo la favolosa cavalcata dell’Empoli, ma anche e soprattutto per quanto mostrato dal suo arrivo a Castel Volturno, passando per Dimaro. Tutte le scelte di mercato sono state fatte e continuano ad essere prese in totale sintonia con il presidente, il direttore sportivo e i bilanci della società: prendere due piccioni con una fava non è mai stato tanto facile. Accontentare il mister e scatenarsi al contempo sul mercato non è stata sempre la linea perseguita dagli azzurri, quest’anno invece si. Allan, Valdifiori, Chiriches, per citare qualcuno. Altri in arrivo, per eliminare lacune che, negli ultimi anni, sono costate care ai partenopei.
Attenzione alla difesa e al centrocampo: avere un grande attacco farà anche divertire lo spettatore, ma subire troppi gol è un lusso che il Napoli non può più permettersi. E’ per questo che Sarri sta insistendo su difesa e centrocampo, le componenti che risultano essere fondamentali nel calcio moderno. I campionati, le grandi vittorie, vengono da una retroguardia solida e da un centrocampo ancor più duro, quasi impenetrabile, la fase offensiva è un fiore all’occhiello da preservare e migliorare sempre più. Il Napoli visto contro il Porto è solo un gustoso antipasto estivo da guardare e studiare. E’ certo che Sarri continuerà a spremere i suoi alla ricerca di quella perfezione che serve per un campionato duro e faticoso come quello di Serie A che, al di là di quello che si dica e degli stereotipi, resta forse il più duro e difficile per un calciatore, giovane o anziano che sia. Il centrocampo, spesso assente nelle partite che contano, dovrà mantenere quella solidità che Sarri ha progettato, quell’attenzione maniacale, quella partecipazione a tutte le fasi di gioco, difensive ed offensive. Solo così si potrà davvero andare avanti.
Parte il ciclo di Maurizio Sarri, la nuova era del Napoli, con tutti gli ingredienti giusti, per provare finalmente il famoso, meritato, grande salto.
Articolo modificato 13 Ago 2015 - 16:56