“Saponara o Perotti? Questo è il dilemma”. L’amletico Napoli per tutta la sessione di mercato estiva non ha fatto altro che corteggiare e ancora corteggiare trequartisti di talento e qualità.
Riccardo o Diego? A dire il vero non ci sono dubbi, la società di De Laurentiis, spinta dal tecnico Sarri che ha già fatto maturare il giovane talento di Forlì, e dagli ottimi rapporti con l’Empoli, dopo gli arrivi di Valdifiori e Hysaj, ha sempre preferito il primo al numero 10 argentino.
Poi all’improvviso si è parlato di una virata, di un colpo di fulmine per El Monito, un botto di mercato, una trattativa lampo e di scarpette già ordinate e recapitate alla società, ma fino ad ora nè il genoano, nè l’empolese sono approdati al Napoli. Nel frattempo, però, il ritiro di Dimaro è iniziato e terminato, sono state disputate ben 6 amichevoli, si è giunti ad una settimana dall’inizio della Serie A e ciò che si evince dalle prestazioni dei ragazzi di Sarri, in questo nuovo percorso iniziato da poco più di un mese, è che il Napoli i veri talenti sulla trequarti li ha in casa.
Se su Insigne scetticismi e dubbi sono stati sciolti già dalla prima uscita pre-campionato, con prestazioni in quel nuovo ruolo eccellenti, gol d’autore e giocate degne del Lorenzo il Magnifico di Zemanlandia, un altro calciatore – su cui lasciamo ancora un alone di mistero – fino a quest’ultima amichevole stagionale, non è stato preso molto in considerazione.
Poi succede l’impensabile: Omar torna nella sua vecchia casa dopo due stagioni a Torino, a fari spenti si allena, comincia a far gruppo con la squadra, nonostante il fardello di quello che se ne deve andare si ritaglia senza troppe pretese un piccolo ruolo in ogni partita, e poi esplode – seppur in un’amichevole – spazzando via in pochi secondi la squadra avversaria che il Napoli, con non poche difficoltà, aveva fatto fatica a colpire.
Un senso della posizione eccellente da parte di entrambi, una capacità di andare a rete e far andare a rete che pare essere innata, corsa e dribbling, una gavetta di tutto rispetto ed uno spirito di sacrificio che non è da tutti.
Sono loro: Lorenzo Insigne ed Omar El Kaddouri, due giovanissimi talenti che sono costati praticamente nulla al Napoli. Il primo si è fatto le ossa a Pescara, poi ha affrontato a testa alta la panchina, si è sacrificato in un modulo non suo ed ora è pronto a riprendersi la sua squadra. Il secondo è stato dapprima utilizzato 231 minuti in 7 partite di Serie A con la maglia azzurra ( all’incirca due partite e mezzo su 38), poi è stato ceduto per due stagioni al Torino dove si è ritagliato un ruolo da protagonista, trascinando la squadra ad uno storico accesso in Europa League e disputandola siglando una rete e fornendo ben tre assist.
Lorenzo e Omar, strade destinate a dividersi ancora una volta o coppia vincente? Che sia questa la stagione della definitiva consacrazione?
Roberto Conenna
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Articolo modificato 15 Ago 2015 - 10:52