Quindici minuti da incorniciare, poi il buio: bisogna ripartire dall’atteggiamento iniziale

Non è partita bene l’avventura di Maurizio Sarri alla guida del Napoli: prima partita e prima sconfitta, con due goal fotocopia subiti da una squadra ancora troppo lenta e macchinosa, poco lucida e brillante. E’ solo la prima di campionato e, a volte, anche chi non comincia bene è a metà dell’opera. Come dichiarato dallo stesso mister, ci sarà da lavorare: fase difensiva da perfezionare; centrocampo da far girare meglio; attacco da risvegliare e rendere più incisivo. Non solo: si dovrà provare a mantenere alto un ritmo che, troppo spesso in passato, il Napoli ha calato dopo situazioni di vantaggio. E’ quello che è successo ieri sera al Mapei Stadium, dopodiché il Sassuolo ha avuto vita facile e tempo necessario per pareggiare e ribaltare il risultato, conquistando tre punti importanti contro una delle big della Serie A.

15 minuti da incorniciare – Perché il Napoli è partito bene: due minuti ed è goal, la partita si è messa subito nella giusta direzione. Hamsik e compagni hanno giocato con ordine e precisione, mantenendo le posizioni e limitando un Sassuolo già pronto e avanti dal punto di vista fisico. Difesa schierata, centrocampo partecipe in fase difensiva e offensiva, attacco in cerca di spazi per colpire. Con un ritmo non troppo alto, il Napoli ha potuto gestire al meglio il primo quarto d’ora, senza correre rischi eccessivi e facendo ben sperare i 7.000 presenti allo stadio per sostenere gli azzurri e pronti in ogni occasione a partecipare alle fasi di gioco dei partenopei.

Poi il Sassuolo ha aumentato il ritmo e per il Napoli sono cominciati i problemi: nero-verdi più lucidi, brillanti, pronti, dal punto di vista fisico e forse mentale. Pian piano il Sassuolo ha preso fiducia e il risultato è stato semplice: pareggio e, sul finire del match, vantaggio. Ha forse inciso troppo la condizione fisica degli avversari, palesemente padroni della situazione a differenza degli uomini di Sarri che, dopo i primi 15 minuti, si sono eclissati: disordine, confusione, imprecisione, a tratti i partenopei sono sembrati assenti, complici anche vecchie amnesie tornate a galla e parzialmente scongiurate da Pepe Reina, ultimo baluardo di un reparto che dovrà ancora crescere, come quello difensivo. Centrocampo assente, attacco quasi inoffensivo. Azzurri surclassati dai rivali, bravi a creare gioco ma soprattutto ad approfittare dei black-out che nel match hanno coinvolto gli uomini di Sarri, specialmente in difesa, il reparto su cui più si è investito e su cui più si dovrà lavorare.

E’ partita la stagione, subito in salita per i partenopei. A Sarri il compito di lavorare ancor di più con la squadra, per imparare dagli errori e correre, in ogni partita, per 90′, con lo stesso atteggiamento dei primi quindici a Reggio Emilia.

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