L’imperativo è trovare equilibrio. Lo devono fare i tifosi, l’ambiente, la stampa. Ma lo deve fare anche il Napoli, compreso ovviamente il proprio allenatore. Che il nuovo corso poteva richiedere tempo è assolutamente vero. Anche se velatamente, la falsa partenza era pure stata messa in cantiere. Ma Napoli non è la provincia, ed è il tempo è poco ancora prima di cominciare.
INUTILE METTERE PRESSIONE a Sarri: si può partire male. Anche la Juventus ha perso (in casa) con l’Udinese, e volendo pure il Milan. La Roma ha pareggiato. Però quello che ci si aspettava a Reggio Emilia, al di là del risultato, era una prova pulita, positiva. Un Napoli valido come visto a sprazzi nelle amichevoli estive. Insomma, qualcosa di concreto sul quale affidarsi per l’immediato futuro. Purtroppo, la prestazione in casa del Sassuolo è stata scialba. I primi 20 minuti buoni, come si è visto in quasi tutte le amichevoli, poi man mano il Napoli si è slacciato, perdendo qualità, ma anche velocità. E soprattutto la lucidità per attaccare con ordine. Sicuramente i muscoli sono imballati, ma il Sassuolo è sembrato più brillante e fluido nella manovra. Sarri si è affidato agli attaccanti, è vero, ma mettendoli quasi tutti fuori ruolo ha finito col creare confusione.
IL NUOVO ALLENATORE STA INSISTENDO col 4-3-1- 2, il modulo prediletto per il trequartista, che il Napoli non ha. Un segnale alla società, forse. La speranza di farsi prendere il giocatore che lui vuole. Di sicuro uno schieramento che si basa sulle vie centrali difficilmente si colloca con così tanti esterni. Insigne, Mertens, Callejon messi dove non dovrebbero stare. Hamsik mezz’ala che fatica senza il supporto di un esterno “alto” come accadeva nel 3-5-2, soprattutto se a sinistra si vede Hysaj che è destro.
SITUAZIONI CHE DI PER SE non sono un problema. Insigne può diventare un trequartista, allo stesso modo le qualità di Callejon e Mertens possono consentirgli di giocare come seconde punte. Però tutti questi cambiamenti con lo stress del campionato e dei nuovi schemi da assimilare creano un mix pericoloso. Il grande lavoro che Sarri ha dedicato alla difesa (innegabile) ancora non ha dato frutti. E magari si poteva procedere a piccoli passi. Cambiando poco in avanti e puntando sulla retroguardia.
IL 4-3-3 SEMBRA IL MODULO ideale, almeno per cominciare, ma Sarri ha ritenuto un errore lavorare su uno schema a tempo determinato. «Ci crea problemi», ha detto. Però problemi sembrano arrivare anche dal 4-3-1-2. Sarri sa cosa fare: insistere o cambiare subito qualcosa. Purché domenica con la Samp si volti pagina.
Fonte: Giovanni Scotto per “Il Roma”
Articolo modificato 25 Ago 2015 - 20:38