Un tempo d’incanto, sorprendendo per cattiveria sotto rete e fluidità nella manovra. Solo una frazione di gara, però, del miglior Napoli, in una gara dove quando le gambe cominciano ad essere molli ripropone un clichè che a tratti appare allarmante. Spunti positivi nel primo tempo che comunque lasciano ben sperare, nell’attesa di una tenuta fisica che permetta agli automatismi di Sarri di diventare un meccanismo impeccabile. Un ritmo in grado di garantire soddisfazioni ad un pubblico che al termine della gara contro la Sampdoria non ha mancato dal lasciar trasparire quel disappunto, misto ad insoddisfazione che ormai circonda un gruppo che deve, come affermato anche dal tecnico azzurro, riconquistare la piazza a suon di prestazioni.
Energia al potere. Ancora decisivo Pepe Reina, due parate da incorniciare a salvare il salvabile nell’ennesima prestazione in agrodolce. Reattivo, concreto in prima battuta su Muriel a chiudere la porta dopo la doppietta di Eder. Fenomenale sempre sul colombiano ex Lecce e Udinese a pochi minuti dal triplice fischio. Una bordata a cui era possibile rispondere con reattività e talento, secca la risposta dell’estremo difensore spagnolo, con la punta delle dita a deviare in corner. Ottimo l’esordio in campionato di Allan, tanta quantità abbinata alla qualità nel momento giusto, con un morbido filtrante a servire un assist al bacio per il raddoppio che doveva mettere in ghiaccio la gara. Solo la tenuta non ottimale come freno ad una prestazione che rappresenta comunque un ottimo presagio per il nuovo acquisto partenopeo.
Tanti spunti positivi anche da Lorenzo Insigne, impatto devastante sull’incontro, un folletto incontenibile sulla trequarti a cui la difesa di Zenga ha faticato a porre rimedio. Spesso si incaponisce nel cercare la gloria personale, ma il suo apporto è essenziale. Perfetto nel cercare l’assist con i tempi giusti in occasione del vantaggio, da elegia quel destro a stamparsi sul montante al decimo. La stanchezza, alla lunga, si fa sentire, ma il pericolo numero uno resta il numero 24 partenopeo. Solo un giocatore ha posto in maniera ancora più incisiva il suo timbro sul match. Una doppietta con cui riconquistare il San Paolo, una boccata d’ossigeno per un gruppo che ha bisogno, come ribadito, di oliare i propri ingranaggi. Gonzalo Higuain è il migliore in campo della sfida di stasera.
Profumo di goal. Un primo tempo da cecchino, qualche palla morta, confusa, ribattuta dai difensori blucerchiati. Due occasioni nitide, limpide, da sfruttare al meglio, due goal. Classe e freddezza a siglare il vantaggio, sfruttando il perfetto assist di Insigne e battendo a rete con un tocco sotto morbido, imprendibile per Viviano. Svelto nell’incrociare e raccogliere l’ottimo filtrante di Allan, preciso nel realizzare la sua doppietta personale con un destro secco. La condizione fisica alla distanza l’abbandona, ma l’amaro pari del San Paolo riconsegna al gruppo partenopeo un talento, un campione, di incomparabile valore. Un trascinatore chiamato a guidare i compagni, superando gli ostacoli di una falsa partenza.
Edoardo Brancaccio