Reina 6,5: Due interventi di spessore su Muriel, il primo a tenere il timone di una nave ad un passo dalla capitolazione dopo l’uno-due di Eder. Si ripete a dieci dalla fine d’istinto, con la punta delle dita, da vero fuoriclasse. Incolpevole su entrambi i goal subiti, proprio come nella sconfitta del Mapei Stadium. L’amaro calice per un portiere sempre decisivo, un valore aggiunto per l’undici partenopeo d’inestimabile valore.
Hysaj 5,5: Continua ad apparire troppo incerto sull’out mancino. Sarri gli affida il compito di disimpegnarsi da mastino sull’esterno ma la resa è tutt’altro che impeccabile. Quando puntato emergono ancora troppe difficoltà, l’apporto in fase di spinta è praticamente assente. In crescita rispetto alla sfida contro il Sassuolo ma non basta.
(Dal 70′ Ghoulam 5,5: Chiamato a dare il giusto brio sulla sinistra, un’impennata cercando di sfruttare l’ampiezza a dispetto di una Samp completamente ripiegata per via centrali. Il rendimento non è quello auspicato dal tecnico. Si fa notare per qualche cross poco preciso e poco altro.)
Koulibaly 6: Torna titolare scacciando, quasi definitivamente, le tante voci di mercato che l’hanno coinvolto nell’ultima fase della sessione estiva. Ruvido quanto basta, non lesina nel mostrare i tacchetti usando le maniere forti. L’unico a tenere le redini, fino alla fine, di una retroguardia che dal blackout di inizio ripresa barcolla come un pugile alle corde, ad ogni affondo avversario.
Albiol 4,5: Novanta minuti con la possibilità di scacciare i tanti dubbi in dote dalla difficile gara contro il Sassuolo. Muriel ed Eder sono una coppia guizzante, imprevedibile, caratteristiche che potrebbero impensierire, non poco, il centrale della Roja. Lo spagnolo dura un tempo, quando riesce a chiudere con sicurezza gli sporadici affondi blucerchiati, mostrando anche convinzione. L’approccio con la ripresa è devastante, ingenuo sul rigore realizzato da Eder, completamente in bambola sulla doppietta personale dell’italobrasiliano dove viene messo a sedere con disarmante disinvoltura.
Maggio 5,5: Non fa mancare il solito apporto fatto di tanta corsa, tra gli ultimi a marcare visita in una gara che nei secondi 45′ di gioco ha riproposto dilemmi e dubbi, anche a margine di una campagna acquisti non convincente. In fase di spinta manca sempre l’ultimo passaggio, quando chiamato a coprire non sempre è irreprensibile.
Allan 6,5: Un esordio tutto costrutto e sostanza per il centrocampista scuola Vasco da Gama. Sempre accorto nel ringhiare alle caviglie dei suoi dirimpettai, polmoni e gamba a sostegno della mediana a 3 di Sarri mancati nella trasferta di Reggio Emilia. Il dna resta carioca e da lì al morbido filtrante per Higuain a sigillare il raddoppio azzurro è un passo. Esce causa una tenuta non ancora convincente.
(Dal 57′ David Lopez 5,5: Allan non è al meglio e lo spagnolo ha a disposizione più di mezz’ora per smentire le critiche della sfida d’esordio. Non riesce mai ad incidere in nessuna delle due fasi, il suo timbro sulla sfida del San Paolo è rappresentato da due conclusioni a dir poco rivedibili.)
Valdifiori 5,5: “Bisogna attendere il miglior Valdifiori”. L’incipit di Sarri nella conferenza della vigilia come fotografia del momento del numero sei azzurro. Discreto l’apporto a rendere ariosa la manovra, segnali anche in fase passiva. Si scioglie mano a mano con lo scorrere dei minuti della ripresa, fino al cambio per Jorginho.
(Dal 68′ Jorginho sv: Pochi gli spazi per illuminare, chiamato a guidare un gruppo che non ha più benzina nelle gambe)
Hamsik 5,5: L’uomo di fosforo e contenuto del centrocampo a tre partenopeo. Poco fortunato sotto rete in un paio di occasioni, tanto lavoro in copertura ma alla distanza è destinato a calare così come i suoi compagni.
Insigne 6,5: Due minuti, intorno al decimo di gioco, per infiammare il San Paolo e prendere con forza quel ruolo da trequartista voluto in estate. Prima il pallone al millimetro ad invitare Higuain al primo goal stagionale è da accademia del dieci. Poi la saetta di destro che si stampa sul palo alla sinistra di Viviano che meriterebbe sorte ben diversa. Il prologo corposo di una gara vissuta da punto di riferimento dove spesso si incaponisce alla ricerca del goal personale, con poca precisione. Resta comunque l’unico a creare reali pericoli nell’area avversaria anche in un secondo tempo con il freno a mano tirato.
Callejon 5: Sempre pronto a chiamare la giocata senza palla, ma troppo poco incisivo. Sfiora l’eurogoal su perfetto taglio a incrociare di Insigne, sempre pronto a giostrare alla ricerca di Higuain, ma del Calleti cattivo sotto rete apprezzato nelle prime due stagioni partenopeo non c’è ancora traccia.
Higuain 6,5: Un gesto naturale, quel movimento a incrociare seguito da un tocco morbido con cui spegnere ogni pretesa di Viviano. Il modo migliore per l’argentino di riabbracciare il pubblico di Fuorigrotta e scacciare fantasmi e polemiche. Un guizzo che non placa la fame dell’argentino che prova la battuta a rete a ripetizione, fino a sfruttare al meglio un’intuizione di Allan e scaricare preciso il suo destro alle spalle dell’estremo difensore blucerchiato.
Sarri 5,5: Il suo Napoli dura un tempo. Compatta la retroguardia, bene la mediana, un incanto le giocate negli ultimi venti metri. La condizione fisica abbandona il gruppo nella seconda frazione di gara ed il dejavu di Reggio Emilia diventa opprimente. La doppia faccia del Napoli si palesa in ogni sua sfaccettatura, macchinoso, contratto, sterile quando chiamato a far male.
Articolo modificato 31 Ago 2015 - 00:00