Casa dolce casa. Si sa, è sempre bello tornare nel luogo in cui si è stati bene. Ci saranno molti pensieri nella mente di Maurizio Sarri, cinquantaseienne tecnico azzurro, alla vigilia del match contro il “suo” Empoli, dove affluiranno sicuramente i ricordi delle stagioni più recenti passate ad allenare i toscani.
STAGIONE PASSATA – Era difficilmente pronosticabile una stagione come quella fatta nello scorso campionato. Prestazioni di una continuità straordinaria e partite giocate al top contro le grandi squadre. Chiedere al Napoli di Benitez per conferma. Comunque, non era partita bene l’avventura di Sarri ad Empoli: nella prima stagione partenza molto a rilento ed eliminazione ai play-off. L’anno successivo secondo posto e promozione in A. Il capolavoro è arrivato però la scorsa stagione. Un gioco che ha stregato il presidente De Laurentiis che ha deciso di portarlo all’ombra del Vesuvio dopo 132 panchine toscane.
NEMICI-AMICI – Dopo un inizio un po’ titubante Sarri dovrà però fare la voce grossa nella sua ex casa. Non ci saranno rancori per un tecnico che prima di tutto si è dimostrato uomo. Però per poter disegnare il futuro bisogna scacciare i fantasmi del passato. Sarri lo sa. Non c’è un altro risultato possibile se non la vittoria. La sua squadra ha avuto un inizio di stagione compassato, ma il tecnico è fiducioso. Sa anche quanto sia difficile giocare in quel Castellani che l’ha sempre incitato, anche nei momenti difficili. Troverà contro una squadra ferita per le due sconfitte e giocatori che lui stesso ha consacrato nel massimo campionato: Croce, Tonelli, Laurini, Mario Rui e Pucciarelli.
Tornare a casa per ripartire dunque. Un passaggio veloce. Nel calcio del resto c’è anche la componente emotiva che gioca il suo ruolo, ma che non sia un alibi. Sarri torna a casa: forse però, non proprio nel momento migliore…
Francesco Vassura
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