Empoli terra ostile, da sempre, e la terza uscita del Napoli targato Maurizio Sarri non ha fatto differenza. Un primo tempo in apnea, come cinque mesi fa, come quando ad allenare i toscani era proprio l’attuale allenatore partenopeo. Un secondo tempo diverso, mostrando a tratti le qualità insite, latenti in questo gruppo. Una ripresa che attesta pregi e non solo difetti di questo progetto tattico e tecnico, ma che non riesce a garantire quella risalita che in molti attendevano dalla trasferta toscana.
Difficoltà ataviche in retroguardia, tanta incertezza a metà campo, dove a tenere le redini, sigillando anche il pari che salva, quantomeno, la faccia è Allan. In crescita costante il centrocampista scuola Vasco, a tratti impreciso in fase di costruzione ma comunque l’unico a garantire piglio, dinamismo e costanza n. Nella prima frazione di gara è spesso solo nel fronteggiare la mediana avversaria, complice la giornata no dei suoi compagni di reparto, nella ripresa la sua prestazione è un crescendo che culmina con l’inserimento ricco di tempismo con cui approfitta dell’invito preciso di Gabbiadini e scarica a rete superando Skorupsky.
Tra i migliori anche il 23 partenopeo, che all’esordio dal primo minuto certifica in un’ora di gara come le stimmate da seconda punta gli appartengano, eccome. Svaria su tutto il fronte d’attacco, cerca i compagni e ne favorisce gli inserimenti. Due assist a referto in una gara fatta di sacrificio e sostanza, a dispetto di una freddezza in area di rigore che manca quando è chiamato a superare il portiere avversario su un appoggio invitante di Higuain.
Un fronte offensivo a corrente alternata, dove il Pipita non è in giornata di grazia, ma dove spicca la prestazione di Lorenzo Insigne, il migliore in campo della sfida del Castellani. Suo il destro preciso, carico di effetto a superare il portiere avversario e a ristabilire un equilibrio che nel primo tempo ha rappresentato una chimera. L’unico a lottare, il folletto di Frattamaggiore, creando scompiglio nella serrata linea composta da Tonelli e compagni. Non solo la perla dell’1-1, anche proiezioni, giocate alla ricerca costante dei compagni, senza lesinare un importante lavoro in fase di non possesso pressando su Diousse, un talentino classe ’97 dal futuro luminoso. Unico neo, in una prestazione importante, il rendimento calante alla distanza, lo scotto da pagare dopo tante energie spese. Dopo la sfida con la Sampdoria un’altra prestazione a tessere quel ruolo da dieci sempre più saldo sulle sue spalle, una certezza, ormai consolidata, a emergere tra le tante incertezze di questo primo scorcio di stagione.
Edoardo Brancaccio