Tutto si può dire di Maurizio Sarri, tranne che scarseggia in qualità divinatorie. L’allenatore azzurro ci ha preso in pieno quando ha pronosticato un avvio lento della sua squadra basandosi sui precedenti in carriera. E ancora indovina quando alla vigilia di Empoli-Napoli incensa Saponara definendolo un fuoriclasse assoluto. Risultato: il Napoli pareggia ancora dopo una sconfitta e un altro pari, e guarda caso è Saponara a mettere in crisi la squadra azzurra giocando una bellissima partita (gol e assist).
SE SARRI AVESSE LE STESSE QUALITÀ nel risolvere in fretta i problemi del Napoli non ci sarebbe motivo di essere preoccupati. In realtà le soluzioni, ad oggi, sembrano essere molto lontane. Due punti in tre partite: peggior avvio dell’era De Laurentiis, e in generale non si vedeva una partenza così lenta dal 2000, quando gli azzurri finirono in Serie B. E ancora, sei gol subiti in tre partite. Due per ogni gara: Sarri mantiene alla perfezione la media colabrodo di Rafa Benitez. Dove sono i miglioramenti tanto auspicati? L’approccio alla partita contro l’Empoli è stato sconcertante: squadra molle e allungatissima, con i toscani di Giampaolo che hanno fatto letteralmente quello che volevano. Al primo vero affondo vanno in vantaggio: Saponara fa il bello e il cattivo e sorprende una difesa azzurra molto alta e disordinata nel movimento. Un Napoli che non si spiega: c’era attesa per vedere come
poteva essere l’approccio, soprattutto dopo che contro Sassuolo e Sampdoria l’avvio era stato positivo, poi c’è stato il calo di rendimento. Contro l’Empoli, a sorpresa, il Napoli è apparso molle e impacciato. Se Sarri, Valdifiori e Hysaj potevano provare un po’ di emozione, lo stesso non si può dire di Higuaìn e degli altri campioni azzurri: piuttosto, il sentimento doveva essere di “incazzatura”, e anche forte, dopo la figuraccia dello scorso campionato, quando il Napoli perse 4-2.
E LA PARTITA DI IERI SEMBRA UNA FOTOCOPIA di quella: Napoli in bambola che ci mette tempo a trovare le misure. L’Empoli è poca roba, eppure gli azzurri patiscono la velocità dei toscani. Per fortuna c’è l’estro di Insigne, che su invito di Gabbiadini inventa un gol letteralmente fantastico. Prodezza che vale il pareggio, ma che purtroppo non dà la scossa. Il Napoli del primo tempo è davvero inguardabile: Empoli ancora pericoloso, praticamente ad ogni occasione. Sarri inventò un tale Pucciarelli, da centrocampista ad attaccante, e proprio la sua creatura lo punisce segnando la rete del 2-1 che affossa gli azzurri. Per fortuna Sarri si fa sentire negli spogliatoi, perché il Napoli del secondo tempo sembra una squadra finalmente degna e organizzata.
COMPLICE UN EMPOLI che si scarica fisicamente: i toscani fanno un po’ come col Milan, e tendono a sparire dal campo. Ne approfitta il Napoli che spinge, ma pur attaccando senza organizzazione riesce a creare occasioni. Un po’ di bel gioco è quello che porta Allan a segnare il gol del pareggio. Ma la rete del brasiliano, la prima in maglia azzurra, non dà la scossa decisiva. Il Napoli pecca in ordine, e sembra reagire più di pancia che di testa.
AL 30’ SARRI TOGLIE UN POSITIVO Gabbiadini per Mertens, e successivamente Insigne per Callejon: un tentativo di svolta, anche tattico, in quanto si vede il 4-3-3, modulo ormai sempre più desiderato dai tifosi. Effettivamente il cambio tattico dà finalmente vivacità alla manovra: il Napoli gioca per vie larghe, ma le speranze si stampano sul palo colpito da Callejon. E per Sarri sarà ancora tempo di esami.
Giovanni Scotto per “Il Roma”
Articolo modificato 14 Set 2015 - 20:12