La madre di tutte le partite, l’antagonista numero uno per eccellenza, il giorno da cerchiare rosso sul calendario appena la Lega stila anticipi e posticipi. Non c’è festività che tenga, compleanno, impegno di famiglia, occhi lacrimosi della propria consorte che cercano di convincerti ad accompagnarla a comprare il paio di scarpe più belle dell’universo: quando si gioca Napoli-Juve si fermano gli orologi, si spengono i cellulari ed il tifoso partenopeo sparisce dai radar per 90′ o poco più.
Nella maggior parte dei casi, è facilissimo ritrovarlo: è rigorosamente al “San Paolo”, perché una partita come questa si deve vedere allo stadio. Non fa nulla se il Napoli di Sarri non decolla, non fa niente se fino a qualche ora prima sembrava tutto grigio: il big match contro la vecchia Signora fa storia a sé e rimarrà, in solitudine comunque vada negli annali, anche solo per la possibilità di vivere una settimana da leoni, prendendo scherzosamente in giro tutti gli amici o i conoscenti partenopei di fede bianconera. Ed ahimè, ce ne sono sempre tantissimi.
Anche quest’anno la tradizione si sta rinnovando. Nonostante le tantissime problematiche legate allo stadio e la possibilità fino a qualche giorno fa che la gara fosse disputata persino a porte chiuse, la vendita dei tagliandi è iniziata ieri, poco prima di Carpi-Napoli. Per la prima volte forse, prezzi alquanto accessibili considerando il blasone dell’avversaria. Ed il pubblico di fede azzurra non ha disatteso le aspettative: ressa e lunghe file ai botteghini e presso le ricevitorie autorizzate per accaparrarsi il dorato biglietto, a caccia di un’impresa. O forse anche solo di una grande emozione. Perché in fondo, come ogni innamorato ferito, poi si ritorna sempre dalla propria amata nel momento delle difficoltà. O forse no: solo quando c’è Napoli-Juventus.
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