La dura legge del turn over tra intoccabili titolarissimi e qualche punto da sacrificare

In una stagione lunga, le fatiche sono tante ed è umanamente impossibile sostenerle tutte con intensità e costanza. Capita di apportare cambiamenti nella formazione per permettere all’intero gruppo di rifiatare ed al singolo giocatore di recuperare le forze, magari in vista di impegni più difficili e decisivi. E’ stata infatti questa la motivazione principale che ha spinto Maurizio Sarri ad introdurre qualche piccola modifica all’undici titolare del Napoli schierato a Modena contro il Carpi: uno 0-0 finale che non dipende, almeno non solo, dal mini turn-over dell’ex tecnico dell’Empoli, ma che non vi può assolutamente prescindere.

Sacrificare un Jorginho in splendida forma per un Valdifiori a mezzo servizio ha determinato un inevitabile rallentamento della manovra, che è risultata meno fluida e scorrevole rispetto alle ultime due uscite contro Brugge e Lazio, in cui anche il centrocampo ha dato il suo apporto nei dieci goal totali realizzati. L’ex regista dell’Empoli ha negato quella velocità di movimento che invece l’italo-brasiliano garantisce e dal suo ingresso in campo si è visto un leggero cambiamento. L’imprevedibilità nella manovra è stata rimpiazzata da una sterile prevedibilità che ha portato il centrocampo ad un irrigidimento generale.  Sacrificare Callejon per Mertens, che ha giocato a destra, doveva avere l’obiettivo di garantire velocità e rapidità, invece ha lasciato il belga in confusione, e per riflesso ha coinvolto Higuain, mai nel vivo del gioco per il catenaccio degli avversari ed Hysaj: sulla stessa fascia, lo spagnolo garantisce al terzino la sua presenza, dandogli diverse possibilità di movimento, scaricando e riproponendosi per la ripartenza e permettendo di conseguenza maggior libertà all’albanese. Mertens è più un  “individualista”, abituato a prendere palla e a provare l’inserimento.

Lo stesso Hamsik, complice anche la botta rimediata con la Lazio, non ha brillato. David Lopez, se in giornata, è un buon mediano di rottura restando però in panchina e scaldando i motori per il big match contro la Juventus. Insomma, il turn-over avrà i suoi pro, per far giocare tutti e far rifiatare chi invece gioca più partite, ma anche i suoi contro, quando fa perdere in lucidità, precisione, fluidità alla manovra, tutti piccoli dettagli che tali resteranno ma che intanto portano punti e fanno salire di posizioni, restando ancora uno dei talloni d’Achille della squadra partenopea. Perché a volte è giusto far rifiatare chi va in campo con più costanza e quindi dosare gli uomini a disposizione ma altre volte il risultato è più importante, anche di questi dettagli. O forse non proprio, se all’indomani al “San Paolo” arriva la Juventus.

Gennaro Donnarumma
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