Continua il periodo no per Mirko Valdifiori. Anche contro il Carpi il centrocampista azzurro ha disputato una partita abbastanza anonima, fatta di giocate troppo banali in orizzontale e verticalizzazioni tentate più per mancanza di idee che altro. Insomma, il calciatore sta risentendo del cambio di obbiettivi, ovvero il passaggio dal lottare per non retrocedere a lottare per le posizioni alte di classifica. È ovvio che il trasferimento in una big può essere un problema per chiunque, anche per chi, come Valdifiori, a 29 anni è nel pieno della maturità calcistica. E le difficoltà non sono solo psicologiche e fisiche, ma anche tattiche.
IL MODULO. Sì, perché se nel centrocampo dell’Empoli i tempi per giocare e smistare la palla sono maggiori, vista la non sempre pressione degli avversari. Per essere decisivo in una squadra come il Napoli, che spesso si trova ad affrontare avversarie chiuse e pronte a ripartire, i tempi di gioco sono sensibilmente ridotti e bisogna quindi essere al contempo anche al top della forma. Non è certo un caso se, statistiche alla mano, dei 58 passaggi riusciti da Valdifiori, sono stati 10 per Ghoulam, 10 per Albiol e addirittura 12 per Hysaj. È un sintomo evidente dell’insicurezza del calciatore abbinata ad una troppa lentezza nel cercare i compagni tra le linee con la conseguente scelta di doversi appoggiare agli esterni bassi. Ovvio, quattro partite di campionato non possono essere una sentenza. Ma deve iniziare assolutamente a trovare i ritmi giusti, aiutato dallo scorrere del tempo e dai ritmi gari pian piano acquisiti.
JORGINHO MOMENT. Valdifiori deve iniziare, come detto, a trovare il giusto ritmo e la giusta ‘cattiveria’, perché dietro di lui Jorginho scalpita. Ed anche a Modena quando è entrato in campo, il centrocampista italo-brasiliano si è dimostrato più utile dell’ex Empoli. Jorginho infatti sembra essere attualmente il vero playmaker del centrocampo del Napoli, sia a partita in corso che dall’inizio. Sempre nella giusta posizione, va a cercare il pallone e lo muove con rapidità e intelligenza. Verticalizza solo quando può, e non butta mai via il pallone in tentativi forzati. È palese che ha trovato la giusta fiducia che lo porta a essere libero mentalmente, ma anche tatticamente libero dai compiti difensivi che aveva nel centrocampo a due di Benitez. Tra l’altro, può tornare utile a mister Sarri anche come interno di centrocampo, ruolo che rivestiva nel Verona prima di approdare a Napoli.
Potrebbe quindi essere Jorginho l’uomo giusto davanti alla difesa, lasciando così il tempo a Valdifiori di completare l’inserimento nell’organico del Napoli senza subire troppe pressioni da chi potrebbe etichettarlo, in modo ingiusto, come un calciatore non da Napoli.
Salvatore Nappo
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