100 partite con la stessa maglia, 100 volte uscito dal campo avendo dato tutto; questa sera Lorenzo Insigne festeggerà la 100esima presenza con addosso i colori della sua squadra, della sua città, e lo farà contro la Juventus nella madre di tutte le partite. L’edizione odierna de Il Corriere dello Sport ha fatto un excursus di quella che è stata l’avventura del numero 24 con il Napoli fino a questo momento. Se 15 anni fa gli avessero detto che sarebbe diventato una bandiera del San Paolo sicuramente non ci avrebbe creduto, né tanto meno quando il 24 gennaio del 2010 Mazzarri lo fece esordire in Serie A; da lì, poi, cominciò la sua scalata con il trasferimento alla Cavese prima dell’approdo alla corte di Zeman, al Foggia e in seguito al Pescara, dove il maestro boemo gli insegnò ad attaccare nel tridente.
Dall’approdo definitivo al Napoli è stato tutto, o quasi, molto bello; le qualificazioni e i goal in Champions League, la Coppa Italia vinta siglando una doppietta, la conquista della Supercoppa vissuta però ai margini causa infortunio, fino ad arrivare alla chiamata della Nazionale. Non sono mancati momenti bui, però, come i fischi contro il Bilbao e le lacrime versate sulla panchina del San Paolo.
Insigne, per i tifosi partenopei, adesso è una istituzione, la napoletanità che riesce ad imporsi a casa sua, la demolizione del luogo comune che vieta ad un uomo di diventare profeta in patria.