“Cosa significa poter mettere la Juve fuori dalla lotta scudetto? E’ una squadra che può vincere 10 partite consecutive, non scherziamo. Sull’Inter abbiamo poche certezze, non sappiamo quanto reggerà. Il Napoli ha la certezza di star lavorando bene e ha tanta potenzialità: dobbiamo migliorare alcuni difetti. Domani bisogna fare una partita che renda il pubblico orgoglioso di noi”. Così Maurizio Sarri, alla vigilia di una partita sentita e attesa da un intero popolo: Napoli-Juve è ormai alle porte.
I CONTI SI FANNO ALLA FINE – Sembra prematuro parlare già di corsa scudetto e spareggi: le somme si tireranno a maggio, dopo tutte le partite, e non alla quinta: il Napoli sta acquistando consapevolezza e può giocarsi le sue carte in quella che si preannuncia essere una lunga e logorante sfida per i primi piazzamenti, che sia scudetto o Champions. Il messaggio di Sarri ai suoi ragazzi è chiaro: testa al campo e sicurezza nei propri mezzi, solo così si potrà andar lontano e solo così si potranno migliorare quei piccoli difetti che il Napoli ha ancora. Il progetto, insomma, ha il suo statuto nelle parole del tecnico che, via via, sta spazzando lo scetticismo iniziale e sta cominciando ad entrare nei meccanismi di una piazza stupenda che, giorno dopo giorno, diventa sempre più sua.
RENDERE IL PUBBLICO ORGOGLIOSO – Perché Maurizio, da napoletano di nascita, sa che la partita di domani sera è sentita dal popolo di fede partenopea come la gara della vita. Ed è a questo punto che Sarri introduce un concetto fondamentale e che, forse, negli scorsi anni è mancato: non conta il nome dietro la maglia, lo stemma è più importante. Non si gioca per la gloria personale, ma per quella del pubblico che, nel caso di Napoli, rappresenta un valore aggiuntivo. Rendere orgogliosi gli spettatori significa rendere orgogliosa una intera città e quindi, in questo caso, il messaggio è ancor più chiaro: si vince e si gioisce da squadra con e per il pubblico, lo stesso che domani affollerà lo stadio e si stringerà in un unico abbraccio per la squadra che rappresenta una intera cultura: Napoli, insomma, è una categoria dell’anima. E Sarri sta dando un contributo importante, facendo calare la squadra al 100% nella realtà, nelle sue mille sfaccettature, nei suoi “mille culure”, che si trasformano magicamente in azzurro, ogni volta che gioca il Napoli, ma soprattutto contro gli eterni rivali bianconeri.
GENNARO DONNARUMMA
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