Quando hai un attaccante che ti sposta gli equilibri, tutto ti risulta più facile. Se poi ciò accade contro gli storici rivali della Juventus un popolo intero gioisce come non succedeva da tempo. Naturalmente, si tratta di Gonzalo Higuain. Il Napoli riprende quel trend più che positivo che si era interrotto lo scorso gennaio con la sconfitta per 1-3 e ritorna a vincere al San Paolo contro la Juve. Con il collettivo, guidato però da un grande leader.
GONZALO “ANEMA E CORE” – Analizzando l’aspetto tecnico ci si può fermare ad osservare lo splendido movimento e il passaggio del numero 9 azzurro nell’occasione del vantaggio di Insigne. Il tiro del folletto azzurro è una squisita conseguenza del passaggio dell’argentino. Il pallone in rete è il coronamento di una grande azione di calcio. Al 61′ poi l’epitome dell’affermazione di Sarri “anema e core”: recupera un pallone mal giocato da Hernanes, supera caparbiamente Padoin, protegge sull’uscita di Bonucci e incrocia sul secondo palo con il sinistro. Poi la corsa, rabbiosa verso la curva e l’urlo di gioia per scaricare tutta l’adrenalina del momento. Ciò che più ha colpito dell’attaccante argentino è stata la grinta messa in campo per tutti gli 83′ di gioco. Non solo. Gli applausi ricevuti al momento della sostituzione simboleggiano l’affetto che il popolo napoletano ha nei suoi confronti. Quando c’è la grinta il popolo napoletano apprezza, sempre e comunque.
Higuain dunque come leader, prima e dopo la partita: tutto ciò simboleggiato dall’abbraccio sincero e convinto con Reina prima e quello con tutto lo stadio sotto la curva al fischio finale poi. Con il numero 9 che è stato uno degli ultimi ad abbandonare il terreno di gioco, osservando fino all’ultimo il suo pubblico che lo applaudiva. Perché Higuain è un giocatore umile, ma sa di aver regalato a tutta Napoli un grande sorriso; perché il calcio è anche, se non soprattutto, questo.
Francesco Vassura
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Articolo modificato 27 Set 2015 - 10:00