Una partita che dovrebbe essere solo una sfida di campionato ma non lo è quasi mai. Una sfida che segna lo spartiacque tra due mondi spesso agli antipodi ma parte della stessa nazione. Una sfida al cardiopalma in un momento difficile per entrambe le squadre. Napoli che ha cambiato guida con Sarri in panchina: il tecnico toscano sta plasmando una squadra che regala sprazzi di bel gioco e speriamo sempre meno amnesie. Juventus che viene da annate di vittorie in Italia e grandi speranze svanite in Champions ma che quest’anno ha cambiato e non poco. Allegri sembra in ritardo con il piano di lavoro per portare i nuovi uomini in bianconero al livello del loro blasonato passato.
Le scelte – Juve incerottata con Padoin, jolly ovunque, oggi a destra in difesa. Torna il rombo per i bianconeri con Hernanes a fare il “Pirlo” e Pereyra dietro le punte Zaza e Dybala. Sarri sceglie la strada della continuità (ancora il 4-3-3) preferendo ancora Jorginho in cabina di regia e mantenendo invariata la difesa che non prende gol da 270 minuti.
Insigne gol e sfortuna – L’inferno di Fuorigrotta a far da cornice ad una sfida che inizia con cinquantamila ugole a favore degli azzurri. Venti minuti di agonismo puro: il Napoli parte a razzo con pressing alto, la Juve risponde colpo su colpo e la prima occasione è sui piedi di Zaza, rispedito al mittente da Reina. Azzurri che si intimidiscono con il passare dei minuti ma è poi il napoletano in campo a spezzare l’equilibrio. Segna e si infortuna il Lorenzo partenopeo. Scorrono gocce di sudore sulla fronte dei tifosi azzurri quando lo speaker chiama la sostituzione per il folletto partenopeo. Che qualcuno inizi con gli scongiuri.
Sfida infinita – Una sfida infinita quella tra azzurri e bianconeri ed il match di stasera conferma la regola non scritta. Quando segna Higuain (ed è il minuto 63) la partita sembra (quasi) chiusa ma ci pensano i compagni ad addormentarsi sull’azione successiva. Lemina si aggiunge alla lista di giocatori al gol d’esordio contro i partenopei. Ormai c’è da fare l’abitudine. Si torna a vincere dopo il pareggio di Modena (con il Carpi) e non è una vittoria qualsiasi. Sarri inizia a levarsi qualche sassolino dalle scarpe.
Antonio Picarelli
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