Erano trascorsi ben cinque mesi e mezzo dall’ultima vittoria esterna del Napoli. A Cagliari gli azzurri si erano imposti per 3-0: dopodiché è arrivato il buio. Neppure l’era Sarri era cominciata bene sotto questo aspetto: sconfitta a Reggio Emilia con il Sassuolo e pareggi contro Empoli e Carpi. Una squadra completamente diversa rispetto a quella del San Paolo, che in quattro partite ha conquistato 3 vittorie e un pareggio.
A Varsavia il tabù è stato infranto. Il Napoli ha vinto per 0-2 giocando un’ottima gara, dominando (59% di possesso palla) ma al tempo stesso mantenendo sempre un atteggiamento prudente. Una squadra formato trasferta: gli azzurri hanno rischiato poco, anche perché la coppia di centrali se l’è cavata bene contro gli attaccanti del Legia, e soprattutto perché la squadra di Sarri ha saputo quando mettere il piede sull’acceleratore e quando invece rallentare. A differenza della gara con il Carpi, la truppa di Sarri ha avuto il merito di sbloccare la partita in avvio di ripresa, gestendo a proprio piacimento l’ultima parte. Non a caso le migliori palle goal sono arrivate proprio nei venti minuti finali, in particolar modo sul lato destro, dove il Napoli ha avuto via libera con le scorrerie di Allan.
Mertens e compagni hanno calciato ben 23 volte, a discapito di un atteggiamento prudente. Chiaro che una volta sbloccata la partita, è risultato tutto più semplice. La vittoria in trasferta, la prima dell’era Sarri, può rappresentare un’ottima iniezione di fiducia in vista del posticipo di domenica sera, quando gli azzurri incrocieranno il Milan a San Siro. Rompere il ghiaccio e sbloccarsi dal punto di vista psicologico anche lontano dal San Paolo può essere il modo migliore per iniziare un filotto di vittorie. Il Napoli ne ha bisogno per risalire la classifica. Con un occhio, però, puntato anche verso l’Europa.
Vittorio Perrone
Articolo modificato 2 Ott 2015 - 00:39