Mancano poco più di ventiquattro ore al big match al San Siro tra Milan e Napoli. Esame ovviamente non decisivo, ma importante e soprattutto indicativo per due squadre a pari punti in classifica ed entrambe con obiettivi ambiziosi. Rossoneri reduci dalla sconfitta al Marassi contro il Genoa ed in cerca di continuità; gli azzurri, invece, avvolti da un clima idilliaco dopo le vittorie con Juventus e Legia Varsavia, alla prova del nove in trasferta.
Noi di SpazioNapoli abbiamo sentito il collega Christian Pradelli, direttore di SpazioMilan e giornalista della Gazzetta dello Sport.
Napoli e Milan a pari punti in classifica (nove), ma con un andamento in campionato completamente diverso. Gli azzurri, in difficoltà all’inizio, hanno carburato lentamente e trovato continuità dopo la vittoria in Europa League contro il Brugge e con la Lazio in campionato. Quattro vittorie ed un pareggio nelle ultime cinque gare tra Serie A e coppa ed un solo gol subito. Il Milan più discontinuo, ha alternato tre vittorie con altrettante sconfitte. Che partita ti aspetti domenica al San Siro?
“Questa partita arriva al momento giusto per il Milan. I rossoneri hanno bisogno di confrontarsi con una squadra che sta trovando equilibrio, ma che credo possa essere all’altezza del Milan. La squadra di Mihajlovic ha bisogno di affermarsi con una grande per iniziare un percorso positivo. Sarà una partita aperta a qualsiasi risultato, come d’altronde tutte le altre disputate finora. Lo dimostra la Juve che in campionato fa fatica e in Champions gioca meglio”.
Il Milan è una squadra da tutto o niente. O vince o perde, cosa manca per trovare il giusto equilibrio? E’ un problema di modulo o incidono, secondo te, i troppi cambi in difesa?
“Il Milan ancora non ha trovato la quadratura di modulo e uomini. L’esempio eclatante è Bertolacci, ancora da registrare. La difesa pecca di inesperienza e l’ultima espulsione di Romagnoli fa il palo con quella di Ely alla prima giornata, ma potenzialmente ha uno dei reparti arretrati migliori del campionato. Si tratta di giocatori che vanno dall’82 (Alex, ndr) al ’96 (Calabria, ndr), è difficile metterli insieme. Sono convinto che Mihajlovic abbia in testa la difesa titolare, cioè quella che ha giocato a Firenze, ma questa scelta rischiosa non è andata bene. Credo che l’assetto migliore sia quello composto da Zapata e Romagnoli centrali e De Sciglio e Calabria o Antonelli esterni. Il serbo crede molto nel terzino classe ’96 e l’idea è quella di valorizzare lui rispetto ad Abate, in fase calante. Una volta trovato il giusto equilibrio dietro, si punterà su quegli uomini”.
Anche il Napoli era partito con il 4-3-1-2 ad inizio campionato, per poi passare al 4-3-3 trovando finalmente l’equilibrio. Il tecnico serbo dovrebbe anche lui comportarsi come Sarri e pensare a qualche cambio di modulo?
“A mio modo di vedere, quando una squadra è alla ricerca dell’equilibrio, è sempre bene ripartire dal 4-4-2. Ricordo che la Juve di Conte agì in questo senso, con un 4-4-2 mascherato che diventava di fatto un 3-5-2. La rosa ha la possibilità di giocare così, magari con Montolivo e De Jong in medianta ed Honda e Bonaventura o Bertolacci esterni offensivi. Uno schieramento del genere potrebbe dare stabilità, con Bacca e Luiz Adriano sempre molto generosi a sacrificarsi”.
Come arrivano i rossoneri alla gara? Balotelli e Honda saranno indisponibili?
“Credo che Balotelli non giocherà indipendentemente dalle sue condizioni. Luiz Adriano e Bacca avevano mostrato un certo affiatamento davanti e credo sia giusto far giocare loro. La questione Honda è un po’ diversa. Il giapponese, nel suo essere poco concreto, resta l’unico in grado di fare il trequartista e quel lavoro ‘sporco’ che chiede il tecnico”.
Quali saranno i probabili undici che scenderanno in campo?
“Mihajlovic ha tre dilemmi. Il primo è Balotelli, ma credo che non giocherà. Poi in difesa c’è il ballottaggio Ely-Alex, con il primo in vantaggio ed il terzo è tra De Jong e Montolivo. Attenzione però ad una possibile mossa a sorpresa: l’impiego di Kucka insieme a Bonaventura e Montolivo, con uno tra Honda e Bertolacci sulla trequarti”.
Mihajlovic è stato vicinissimo al Napoli dopo la partenza di Benitez, Sarri è stato uno dei principali candidati per la panchina del Milan prima dell’approdo in azzurro. Destini che s’intrecciano in un match importante anche ai fini della classifica. Chi ha fatto la scelta migliore, il Milan o il Napoli?
“Per due piazze così importanti sono state due sfide molto intriganti. La logica voleva che la persona più di polso potesse aizzare un pubblico caldo come quello di Napoli e viceversa, Sarri, più metodico e serafico, potesse approdare in Lombardia. Però secondo me è stata la scelta giusta per entrambi. Per il Milan il serbo rappresenta un unicum, non solo ex interista, ma soprattutto elemento di rottura con il passato. Dall’altra parte, il Napoli, dopo Benitez e Mazzarri, aveva bisogno di un allenatore low profile. Sarri in questo momento storico è l’uomo giusto per la squadra partenopea. Napoli e Roma, per le forti pressioni delle rispettive piazze, hanno bisogno di partire non in pompa magna”.
Campionato strano, a tratti indecifrabile. Non c’è una vera e propria favorita e squadre come Roma, Juve e gli stessi Napoli e Milan sono partite a rilento. L’Inter invece ha collezionato cinque vittorie consecutive e poi perso pesantemente in casa con i viola. Come vedi la possibile griglia d’arrivo? Quali squadre realmente potranno lottare fino alle fine?
“In questo momento non c’è nessuno che abbia la sicurezza di poter resistere in alto. Non ho la sensazione che ci sia una squadra in vantaggio sulle altre. Forse la Fiorentina ma è facile dirlo adesso. Caso emblematico è la Lazio, sull’orlo della crisi, ma con un punto in più della Roma. Sicuramente i giallorossi per i punti di vantaggio accumulati sulla Juve può stare un po’ più tranquilla, ma se domani non dovesse vincere potrebbe crearsi qualche difficoltà. Al momento dico Fiorentina e Napoli. I viola sono primi in classifica e gli azzurri, se hanno trovato davvero l’equilibrio, possono fare bene. Non vedo un Milan inferiore all’Inter. I nerazzurri hanno un problema: appena sono passati in svantaggio, hanno avuto i loro primi problemi. La Roma, ad esempio, ha quasi sempre recuperato o comunque tenuto vive le partite”.
Andrea Gagliotti (Twitter: @AndreaGagliotti)
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Articolo modificato 3 Ott 2015 - 14:36