“Ha una tecnica incredibile, forse la persona più dotata: come gli tiravi un’arancia, una moneta, cominciava a palleggiare e non la finiva più, se devo paragonarlo a un italiano, direi Chiesa. Stessa capacità di vedere la porta, stessa rapidità nel tiro, grande tecnica. Tira di destro e sinistro. Per me farà bene in Italia, si adatterà presto” parole di Dundjerski centrocampista atalantino ed ex compagno di squadra del nuovo acquisto del Napoli.
Stagione 97-98, serie A. Il Napoli tornerà mestamente in serie B al termine di una delle più sciagurate annate mai giocate dalla società azzurra. Due vittorie in cascina contro Empoli e Vicenza nell’intero campionato, ad appena otto anni dall’ultimo tricolore Napoli ritorna nel calcio minore, segno di un patrimonio dilapidato in pochi anni.
Tra i tanti calciatori che si alternarono in campo in quell’annata da dimenticare, il “boia biondo” così soprannominato da qualche giornalista tifoso arrivò a gennaio per sostituire Josè Luis Calderon, attaccante argentino che lasciò solo brutti ricordi in quel del San Paolo.
Damir Stojak dall’FK Vojvodina, attaccante serbo di belle speranze. I tifosi azzurri iniziarono sul serio a sperarci quando il ragazzetto nato a Novi Sad nel maggio del ’75 andò in gol al San Paolo proprio in una delle uniche due vittorie azzurre. Era l’11 febbraio del ’98 e Stojak raddoppiò dopo il gol su rigore di Turrini. “Non sono ancora al 100% della condizione…” dichiarò gonfiando il petto il biondo attaccante. Da lì alla fine della stagione segnò solo un altro gol. Ultima di campionato contro il Bari, San Paolo deserto che accompagnò la squadra in serie B, due a due il risultato finale.
Tredici le apparizioni in maglia azzurra quell’anno, neanche la serie B fu giusta per l’attaccante serbo. Prestato all’Eintracht di Francoforte segnò un solo gol in nove presenze prima di ritornare in azzurro ed essere definitivamente venduto in Belgio. Si disse che dietro quell’acquisto c’era il sapiente consiglio di Boskov, il ragazzo pagò anche colpe non sue in una stagione a dir poco sciagurata.
Mutti, Mazzone, Galeone e Montefusco si alternarono sulla panchina azzurra, evidenza lampante di una confusione totale. Eppure la stagione era iniziata con qualche acquisto importante e belle speranze. Calderon, Conte, Rossitto, Bellucci, Prunier e l’attuale tecnico della Juve Allegri dal Padova solo alcuni degli acquisti della sessione estiva del calciomercato. Napoli con un parco attaccanti di tutto rispetto che comprendeva anche Igor Protti. Il fallimento fu totale, quando anche allenatori del calibro di Mazzone non riescono a risollevarti c’è proprio qualcosa di marcio dentro.
Antonio Picarelli
RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo modificato 3 Ott 2015 - 17:13