Ai microfoni di SkySport, mister Sarri analizza il blitz incredibile in casa del Milan. Ecco le sue dichiarazioni.
STORIA – “Come Mourinho? Siamo passati dalla retrocessione al triplete in pochi giorni. Siamo una squadra in crescita, e quindi dà soddisfazione. Ma la prendiamo per ciò che è: una grande serata da tre punti. Gli obiettivi? Non sappiamo chi siamo, cosa possiamo fare. Il percorso di crescita è importante, ma siamo ancora lontani”.
QUALCOSA DI INTERESSANTE – “La soddisfazione è evidente, non succede spesso vincere 4-0 a San Siro. Sapevamo ch’era una partita importante, il Milan aveva i nostri stessi punti. E poi questi ragazzi sembravano tristi all’inizio, ora hanno entusiasmo, si divertono. E quando si divertono, fanno anche divertire”
MOMENTO – Speriamo che il momento duri, che sia una crescita duratura. Tutte le partite mi fanno ben sperare, soprattutto il fatto che abbiamo cambiato tanto e la squadra mi è sembrata la stessa.
MODO D’ESSERE – “Paura di non essere accettato? Penso di essere particolare, nel senso di essere uno molto da campo e poco per altre cose. Mai avuto comunque questo dubbio: i ragazzi volevano lavorare e seguire l’allenatore. Poi è chiaro: il contorno qui è importante. Può darsi che se i risultati tardano, diventi uno che non può allenare qui”.
ORGOGLIO ALLAN – “Il suo lavoro è stato importante, mi stupisce il fatto che non facesse gol. Ha ottimi tempi d’inserimento, e ha fatto subito suoi i nuovi meccanismi. C’è molto del suo, mi sembra strano che non ci riuscisse all’Udinese”.
SAPERE DI CALCIO – “Chi fa questo mestiere deve sapere di uomini e di calcio. Perché bisogna gestirli ed essere credibile nello spogliatoio, attraverso teorie credibili”.
DECISIONI – “Su Maggio: è stata una scelta perché la squadra stava subendo, ma non sarà mai accantonato. Ora ci aspetta un’altra fila di 7 partite in 20 giorni e troverà spazio. Non ho portato poi io Valdifiori a Napoli: la trattativa c’era già prima che mi contattassero. Ma son contento ci sia, con me ha fatto benissimo. Però Jorginho sta meglio, dal punto di vista mentale e fisico: ci sta dando tanto. Insigne? Non è una scelta casuale: il ruolo è suo. L’ha fatto tante volte. Anche quando avevamo il trequartista, l’idea c’era: col Brugge è stato palesato. Ed è tornato a fare l’esterno, e lo sta facendo bene”.
Articolo modificato 5 Ott 2015 - 00:05