Squadra corta e pressing alto, sono questi gli ingredienti magici per volare?

Il Napoli di Sarri naviga a vele spiegate. Inizio difficoltoso, qualcuno già urlava all’esonero del tecnico toscano arrivato dopo il pluridecorato Benitez. Sconfitta a Sassuolo, qualche punto qui e lì con prestazioni altalenanti.

La macchina era un diesel e si sa i motori così escono alla distanza. Il Napoli è uscito dalla tana ed ha iniziato a sbranare qualsiasi preda gli capiti a tiro. Si diceva che il Bruges fosse poca cosa, una squadra in difficoltà venuta al San Paolo come vittima sacrificale. Cinque gol fatti e zero subiti, squadra tornata in Belgio con la coda tra le gambe. Tutti pronti che c’è la Lazio al San Paolo per la riproposizione della sfida di fine anno dello scorso campionato.

Partita diversa, risultato identico. Cinque a zero agli uomini di Pioli ed aquile a casa. La squadra laziale è in crisi, è cosa nota. Oggi le aquile sono secondi in campionato tanto per chiarire. Le piccole il prossimo banco di prova, una prova mezza steccata a Modena contro il Carpi, ma il Napoli c’era in campo e solo la poca concretezza sotto porta non porta il risultato pieno.

Il banco di prova più importante poi fu la Juventus. La sfida delle sfide come la definì il tecnico che i napoletani iniziavano a conoscere ed apprezzare. Vittoria in quella partita per spiccare il volo. Ultima e speriamo per poco la convincente vittoria di Milano. Asfaltati come un rullo compressore le velleità di Mihajlovic e soci dopo l’ennesima vittoria in Europa.

La sensazione più forte è quella di non poter subire mai l’offensiva avversaria. Una sensazione piacevole e (speriamo) duratura per una squadra che veniva da stagione in cui la difesa sembrava uno scolapasta. Squadra cortissima e quell’idea di calcio che non ti fa mai subire le penetrazioni avversarie.

Quella sensazione che i tifosi del Napoli non provavano da anni e che speriamo sia il più costante possibile.

Antonio Picarelli

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