ore 18.10 Terminata la conferenza
0re 17.40 Il presidente De Laurentiis continua: “Del clima politico non mi interesso. I politici sono legati da mille cavilli legali. Sono solo contento di quanto fatto calcisticamente fin qui. Io non posso avere una dialettica con il Comune. C’è una legge e ci sono tempi che abbiamo rispettato. Avete letto sul Mattino le condizioni fatiscenti del San Paolo. Ma la cosa che mi dà fastidio è che dopo aver preparato il piano con Zavanella e dopo una cena con De Magistris che era entusiasta del progetto mi si venga a dire che ora non va più bene. La Uefa ci ha dato la licenza grazie alla disponibilità dello stadio di Palermo. Io ho continuato a lavorare, a comprare giocatori e altro ma invece questa città non mi pare stia con il Napoli. Il Comune non deve stare con De Laurentiis, ma con il Napoli! Se poi sono interisti lo dicano… Dicano che non vogliono il bene di questa squadra. Dove mi immagino di essere da qui a qualche mese? Non lo posso sapere. Ma il mio impegno non è in discussione. Quest’anno chiuderò il bilancio in rosso di 12-13 milioni. Voi però non dovete mettere alla gogna calciatori come Valdifiori. Ogni giocatore va aspettato. Avete visto Jorginho? Sarri ha portato un senso di responsabilità interiore. Tutti i calciatori hanno tratto insegnamento dal mister, ma non parlo solo di campo, ma anche di quello che ci mette in impegno. Oggi si lavora molto di più perchè Sarri dedica più tempo ai singoli giocatori per insegnargli i movimenti. Insigne? Devo ringraziare Conte e Castellacci. Hanno capito che se avessero continuato ad allenare Insigne probabilmente quel fastidio l’avrebbe fatto fermare per più tempo, tant’è che solo martedì si è allenato con la squadra, mostrando di aver perso potenza: i giornali scrivono un sacco di stronzate. Non è vero che ho parlato con Conte e nemmeno con Renzi. Renzi non l’ho invitato, è fiorentino e dovrebbero invitarlo altri. Questo il mio miglior Napoli? No, è solo diverso. Sia con Mazzarri che con Benitez e con Sarri sono stati tutti grandi Napoli. La questione stadio non è un problema solo del Sindaco ma anche del ministro dell’interno che non ci dà leggi sulla sicurezza in stile Tatcher. A Caserta io già non posso andare perché la parte commerciale lì non è gestibile. Io ho presentato un progetto che ha 2 fasi, fase A e fase B. Napoli favorito per lo scudetto? Mi fa capire che i fatturati non contano nulla. Con Della Valle siamo amici, ma non conosco la loro gestione. A me fa solo piacere che due città come Firenze e Napoli, importanti sotto molti punti di vista, stiano facendo molto bene. Speriamo di fare una bella gara e che non succeda nulla, visto l’infortunio di Insigne dello scorso anno! Spero ci sia un grande spettacolo e un grande parterre ad applaudire”.
ore17.10 Parla ancora De Laurentiis: “Bisogna fare i complimenti all’autore del libro. E’ un testo che si può consigliare anche a chi vuole capire il nostro Paese come è fatto. Negli ultimi anni il calcio è cambiato, si è industrializzato. In Inghilterra il calcio ha vissuto una stagione di rinascimento con una riforma che ha permesso alle famiglie di tornare allo stadio. Così le società hanno ricominciato ad investire nel calcio costruendo stadi con somme ingenti; qui da noi invece, avere una convenzione transitoria diventa una barzelletta, abbiamo ormai capito che la legge è fallace. Nemmeno Renzi ha ancora capito che i Sindaci devono essere dei meri manager. Su dodici bilanci, tre li ho chiusi in passivo e nove in attivo. Mi considerano una mosca bianca nel panorama europeo. Vuol dire che abbiamo lavorato abbastanza bene, al di là dei discorsi relativi alle giovanili: non è facile trovare dieci ettari facilmente raggiungibili per tutti, ragazzi e bambini. Ho dato poco come vivaio, anche se Insigne lo abbiamo lanciato. Ho già stanziato dieci milioni di euro per i 20 ettari che mi servono: li voglio tra Pompei, Ercolano e Torre Annunziata. Pompei può essere un veicolo che internazionalizza il concetto. Ora anche negli Stati Uniti è cominciato a crescere questo amore per il calcio. Io sto cercando qualcosa anche lì. In Italia ci sono solo tre società quotate in borsa, in Spagna c’è l’azionariato pubblico dove la proprietà conta fino ad un certo punto: quante volte il Real Madrid è andato in deficit e la città di Madrid si è mobilitata per aiutare il club. Anni fa parlavo di “stadio virtuale” e nessuno mi capiva. Non dobbiamo avere rispetto solo per chi va allo stadio, ma per tutti i tifosi del Napoli nel mondo. Il cinema in America sta entrando in crisi nelle sale, ed è sostenuto solo dalla Cina, che ha comprato le catene delle sale americane per avere poi l’approvvigionamento dei film in Cina. Cos’è che ha scalzato il cinema? La televisione. Una televisione totalmente diversa da quella che concepivamo noi. Ora ci sono gruppi fortissimi nuovi che stanno entrando. Tra poco anche in Italia sbarcherà Netflix. E tutto questo sta cominciando a succedere anche nel mondo del calcio. Ci troviamo con una priorità assoluta: avere calcio determinabile dal circuito dello stadio cosiddetto virtuale. Per cui si pone il problema: dove stanno gli industriali del calcio? Qualcuno in Germania, qualcuno in Inghilterra. Negli Stati Uniti stanno nascendo, ed è una cosa che ci deve far riflettere. Le società di calcio in Italia furono trasformate da Associazioni in SPA. Come si mantengono ora? Ancora con la compravendita dei calciatori? E poi qualcuna fallisce o sta fallendo. No, nel calcio c’è bisogno di industrializzazione. Il presidente oggi è un imprenditore a tutti gli effetti, deve produrre, come si producono le automobili. Ho scelto Sarri perchè ho studiato le cose. Tutti gli errori che ho fatto in questi 12 anni li ho fatti fruttare per non ripeterli più. Quando Sarri ha sbagliato le prime partite ho detto: colpite me, sono l’unico responsabile. Serve equilibrio, siamo qua, coscienti che il Napoli deve essere una bandiera per questa città”.
ore 16.45 Ora parola a Enrico Fedele ed ai suoi ricordi del 1981 e sui cambiamenti legislativi ed economici del calcio. “Il calcio era tra le prime dieci industrie mondiali e con le nuove norme del 1981 si sono regolamentati determinati meccanismi che lo hanno fatto progredire. Ultimamente però, sono tante le anomalie registrate come il potere del procuratore che è diminuito con il corso degli anni. Ad oggi ognuno può fare il procuratore, si compila un modulo e con una modica somma si entra a far parte dell’albo. Si parla inoltre tanto delle scuole calcio: sono loro il motore e futuro del calcio italiano. Napoli è una fucina di talenti incredibile ed ha bisogno di essere valorizzata. E’ questo il mio appello a De Laurentiis: spero si possa creare la scugnizzeria della quale si parla tanto, con un progetto importante”.
ore 16.30 A ruota, parla lo scrittore Maurizio De Giovanni: “La passione dei tifosi del Napoli è qualcosa di incredibile, lo vedo con i miei volumi ma con tutto ciò che riguarda questo sport in città ed in particolar modo il club azzurro. La speranza di tutti è tornare a vincere qualcosa di importante anche se, come affetto e passionalità, vinciamo ogni giorno”.
ore 16.15 Ad introdurre il dibattito è proprio il presidente De Laurentiis: “Non ho assolutamente chiamato il Premier Renzi, non lo farei per queste questioni futili. Lo Stadio? Parlate con De Magistris..”
Buon pomeriggio e benvenuti al live della conferenza stampa di presentazione del volume “Il calcio italiano 1898-1981” di Nicola De Ianni. Presenti inoltre il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, l’ex presidente Corrado Ferlaino, lo scrittore Maurizio de Giovanni e numerosi addetti ai lavori per analizzare il tema legato al calcio italiano tra economia e potere. Grande affluenza di pubblico alla Sala Azzurra della facoltà di Economia di Monte Sant’Angelo. A breve le prime dichiarazioni.
Dagli inviati a Monte Sant’Angelo Antonio Manzo e Pasquale Giacometti
Articolo modificato 15 Ott 2015 - 18:12