Alzi la mano chi credeva nell’exploit di Insigne in questa prima parte di stagione. Pochissime saranno le braccia fieramente alzate al cielo, a mo’ di “te l’avevo detto”. Già, perché in un Insigne rigenerato dalla cura Sarri ci credevano tutti, ma da qui a profetizzare 5 reti nelle prime 7 di campionato passa un universo. Eppure Lorenzinho, che con il gol non ha mai avuto un feeling particolare, ha già segnato, in ordine, a Empoli, Lazio, Juventus e Milan. Numeri incredibili, se paragonati a quelli delle ultime due stagioni: nel 2013-14 il talento di Frattamaggiore dovette aspettare addirittura gennaio prima di sbloccarsi in campionato, mentre l’anno seguente la prima rete è arrivata ad ottobre. Nell’ultima stagione ha messo a segno soltanto due marcature: a frenarlo, però, ci ha pensato la sfortuna.
Il 9 novembre 2014 Insigne si ruppe il legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Allora il Napoli affrontava la Fiorentina, che domenica Lorenzo ritroverà al San Paolo. La stessa Fiorentina a cui Insigne ha rifilato una doppietta nella finale di Coppa Italia, in quello sfortunatissimo 3 maggio 2014. Per lui, insomma, la gara con i viola è una questione privata: un memorial, pensando al trofeo alzato a Roma un anno e mezzo fa con l’angoscia per il ferimento di Ciro Esposito. Una vendetta, invece, se la sua mente torna indietro allo sciagurato infortunio al ginocchio. Un problema che, però, ha rappresentato una delle tappe più importanti della propria carriera: da lì in poi Insigne è maturato, sia in campo, dove occasionalmente indossa la fascia da capitano, che fuori.
Nell’ultima settimana lo stesso ginocchio è stato tenuto sotto osservazione. Un po’ di apprensione, nulla di più: Lorenzo domenica ci sarà. Anche perché alla Fiorentina non ha mai segnato al San Paolo e, più in generale, in campionato. Le due reti in Coppa sono l’unico acuto contro i viola. Una sorta di tabù che potrebbe essere sfatato presto: in fondo, per Insigne, questo è il miglior avvio di stagione della sua carriera. Dopo Empoli, Lazio, Juventus e Milan, è il turno della Fiorentina?
Vittorio Perrone