18 punti e un secondo posto con vista sulla vetta, che ora dista due lunghezze. È il bottino dell’ottava giornata per il Napoli: questi tre punti, però, hanno un sapore diverso. In primis, perché arrivano contro una squadra che per anni ha rappresentato la bestia nera degli azzurri. Ma soprattutto, perché dimostrano la maturità della squadra di Sarri: vincere contro il Chievo, una piccola arroccata nella propria metà campo, dimostra una svolta. Contro il Carpi, circa un mese fa, gli azzurri non superarono lo 0-0.
Oltre il 63% del possesso palla per una manovra che a differenza di vecchi retaggi non è mai sembrata sterile: già nel primo tempo il Napoli avrebbe potuto sbloccarla. Un possesso palla paziente, articolato, avvolgente, che ha portato a sbloccare e poi vincere la partita. A sorprendere, però, è il repentino cambio di mentalità.
Un Napoli meno spettacolare ma decisamente più concreto. È così in fondo che si acquisisce una mentalità vincente, quella che potrebbe portare Sarri a “bestemmiare”. Spesso al Napoli è stata rimproverata l’incapacità di vincere contro le piccole, la mancanza di cattiveria con squadre che fanno della legna a metà campo il loro pane quotidiano. Il contingente partenopeo invece ha principalmente lottato a centrocampo, accantonando per una serata lo spettacolo. A fare da contorno, poi, una consolidata struttura difensiva: Albiol e Koulibaly hanno retto bene, rispedendo al mittente gli spioventi dei centrocampisti del Chievo. Ben 24 i contrasti aerei vinti dagli azzurri
La legna a centrocampo e il sacrificio degli esterni è risultato fondamentale. Il solito impagabile Callejòn ha corso per 4 portando un aiuto a Hysaj e annullando Meggiorini sulla sua fascia di competenza. Jorginho in mediana ha smesso di vestire i panni del regista per indossare quelli dell’incontrista: 7 palloni intercettati. In fase di costruzione non ha perso comunque lucidità: 105 passaggi per un 90% di riuscita.
Rispolverando un vecchio detto, “gli scudetti si vincono in provincia”, si può dire qualcosa in più su questa squadra: Sarri può bestemmiare, perché quest’undici dimostra una maturità da grande. Con le big così come con le piccole.
Vittorio Perrone