Accade che anche dopo una vittoria, arrivata senza il benché minimo patema, scoppino dei casi mediatici. Può essere quello dei piccoletti Mertens e Insigne, il netto contrasto tra lo sfogo rabbioso del belga e la delusione del 24 sostituito. Può essere anche quello scoppiato intorno a Gabbiadini, seduto mestamente in panchina malgrado la splendida performance offerta in Europa. A ricordarlo ci ha pensato anche il procuratore Pagliari, con un semplice retweet a una frase che non lascia spazio alle libere interpretazioni: “Mi piange il cuore a vedere Gabbiadini in panchina”.
Fatto sta che Manolo non è stato dimenticato da Sarri, che anzi vede in lui un elemento importante. Da schierare, però, come centravanti. Logico pensare allora a un minutaggio limitato, visto che davanti nelle gerarchie c’è un certo Gonzalo Higuain. La soluzione migliore per il numero 23 è quella di spostarsi sulla fascia, come ai vecchi tempi in cui correva sull’out destro con la maglia della Sampdoria.
Su questo punto Sarri tituba un po’: per lui è una questione di equilibrio. Il suo Napoli dopo un avvio incerto ha trovato la giusta alchimia, cambiare qualcosa potrebbe sia migliorare il meccanismo che incepparlo. Il problema è che tra i due candidati, Gabbiadini e Callejòn, passano sostanziali differenze tecnico-tattiche. A partire dalla posizione in campo: Manolo da quel lato rientra per calciare o pennellare con il suo mancino, Josè ama prendere d’infilata i difensori avversari con i suoi tagli micidiali. Il dubbio principale di Sarri, però, riguarda la fase difensiva: nessuno è in grado di galoppare sulla corsia destra come Callejòn, di indietreggiare fino all’out difensivo per dare una mano ad Hysaj e al tempo stesso accompagnare le azioni offensive con i suoi tagli. Non è un caso che il 7 spagnolo, da quando il sistema di gioco di riferimento è il 4-3-3, sia stato tenuto a riposo dal primo minuto soltanto in una circostanza (Carpi).
A lungo andare la fatica inizierà a farsi sentire e anche per Callejòn sarà il momento di tirare il fiato. Un cambio che prima o poi diventerà obbligato per Sarri: a lui spetterà un compito difficile, quello di ritrovare la giusta alchimia. Gabbiadini, poi, ha una motivazione in più per scalpitare: insegue una maglia azzurra, quella della Nazionale, per l’Europeo 2016. Chiaro che voglia sfruttare tutte le opportunità, a Napoli o altrove.
La palla passa a Sarri. Per lui si tratta di una scommessa, una probabilità fifty-fifty, a metà tra un’intuizione geniale e un flop. A volte, però, azzardare è la soluzione migliore.
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Vittorio Perrone
Articolo modificato 29 Ott 2015 - 21:33