Il fenomeno (in tutte le sue possibili accezioni) Napoli adesso è sotto gli occhi di tutti gli addetti ai lavori: la squadra di Sarri sta macinando vittorie su vittorie, lasciando le briciole agli avversari. Cosa ancor più importante: sta costruendo un gioco da far stropicciare gli occhi. Una vera soddisfazione per tutto l’ambiente partenopeo, che non si trovava in una situazione di questo tipo da numerosi anni, ma che adesso può godersi questa splendida macchina schiacciasassi. Alla base di tutto questo c’è soprattutto tanto lavoro, e quel particolare schema, quel 4-3-3 che da metà settembre ha fatto cambiare completamente marcia alla squadra partenopea, consentendola di arrivare alla settima vittoria consecutiva tra campionato ed Europa League.
IL RESTO D’EUROPA – Un modello, quello adottato da Sarri, che trova però illustri conferme anche in moltissimi top club europei. Su tutti naturalmente i campioni di Spagna e d’Europa in carica, il Barcellona di Luis Enrique. Gli interpreti, si intenda, sono diversi e non è solo una bestemmia parlare di scudetto a Napoli: lo è anche paragonarlo al Barcellona. Certo è che, dati alla mano, entrambe le compagini utilizzano il 4-3-3. I blaugrana hanno un perno di centrocampo come Busquets affiancato dalle due mezz’ali, Rakitic ed Iniesta. Considerato questo pacchetto di mischia, è molto simile a quello adottato dal Napoli. Anche Benitez con il suo Real Madrid sta adottando sempre più frequentemente questo modulo. Kroos a fare da perno, affiancato dalle mezz’ali che sono Modric e James Rodriguez. In Francia il PSG sta dominando, grazie anche alla presenza di Marco Verratti, affiancato da Pastore e Matuidi. Il concetto di base è relativamente semplice: con tre centrocampisti si riesce a costruire meglio la manovra, rispetto a quanto si faccia con due. Elementare certo, ma non troppo. Ciò dipende soprattutto dalla tipologia di giocatori, ma per le formazioni sopracitate i tre centrocampisti calzano a pennello.
EVOLUZIONE MEDIANA – Ciò che risalta di queste compagini è la semplicità con cui riescono a costruire gioco. Passaggi, fraseggi veloci, inserimenti e, nel caso di difficoltà non si butta via il pallone, bensì si ricomincia: tutte caratteristiche che questi giocatori hanno e che riescono ad esprimere al meglio. Certamente tutti questi top team hanno degli attaccanti di caratura internazionale, ma il gioco passa in particolar modo dal centrocampo, che deve essere in grado di metterli in condizioni di segnare. Il playmaker, sapendo che ha ben due centrocampisti in copertura, osa di più nella giocata; spesso ciò paga copiosi dividendi. Il Napoli in particolare sta dimostrando grande compattezza e ciò soprattutto lo si evince dal possesso palla e dalla meticolosità della fase mediana. Citofonare, per ultimo, al Palermo per conferma.
Naturalmente entrare nell’Olimpo del calcio che conta è una strada che per il Napoli è ancora lunga e piena di insidie. Sarri però, con la consueta umiltà che l’ha sempre contraddistinto, ha capito che per il suo Napoli il 4-3-3 era lo schema più idoneo. E, al riguardo, non esiste dato più confortante degli ultimi verdetti del campo da gioco.
Francesco Vassura
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