Il pareggio di Marassi non è certo una nota stonata per Sarri&Co. Frena la corsa azzurra verso il vertice della classifica, interrompendo il filone positivo del Napoli, che torna a casa insoddisfatto, sì, ma consapevole di una maturità ormai consolidata in questa prima parte di stagione. La gara del Ferraris rovina i piani degli azzurri, che cacciano ugualmente via le streghe nel giorno dopo Halloween. È un Napoli in parte meno lucido, complice la stanchezza del turno infrasettimanale, ma non manca di certo compattezza, voglia e carattere. Una gara a senso unico che sottolinea, ancora una volta, la bellezza di una squadra dall’animo grande. Nove le occasioni da gol costruite nell’arco del match, 12 tiri – di cui 7 a porta e cinque salvati in extremis da Perin – e più della metà dell’intero possesso palla. Convince, ma stavolta non vince, portando a casa un solo punto dopo 5 turni di campionato ampiamente favorevoli. Un risultato che lascia l’amaro in bocca, non senza mettere in luce quella parte di bicchiere sempre mezzo pieno. La lotta per il primo posto con Inter, Fiorentina e Roma resta aperta ed è solo rimandata al prossimo appuntamento.
Le carte azzurre sono fin troppo in regola per ambire a quella vetta tanto desiderata. Una stagione lunga e un posto da difendere a denti stretti, ma ampiamente alla portata azzurra. I numeri sono infatti tutti alla parte del Napoli. Il confronto con le dirette rivali mette in mostra, a maggior ragione, la crescita del reparto arretrato azzurro. Quella del Napoli resta la seconda migliore difesa, dopo quella nerazzurra, con 8 gol subiti. Impressionante, però, lo scarto tra gol fatti e subiti: 21 contro 8, per un totale di 13. Il primato in campionato spetta dunque al Napoli che, terminata l’ennesima gara a reti inviolate, aggiunge un tassello importante al puzzle disegnato da Maurizio Sarri. Più che rassicurante e decisamente entusiasmante, se messo a confronto con i risultati delle passate stagioni. La crescita di Koulibaly, padrone della difesa partenopea, e il carattere ritrovato – insieme alla condizione fisica – da Raul Albiol, hanno restituito compattezza al reparto, in primis, e al gruppo per intero. Movimenti coordinati, linee precise e interventi puliti: si muove bene, lavorando con sacrificio e attenzione, sena ma lasciare nulla al caso.
Gli anticipi dei centrali e il fiato da vendere dei due terzini facilitano le manovre di gioco. Se il resto della squadra funziona è merito loro. E viceversa. Il carattere del centrocampo, ottimo nel fraseggio e attento a fare da filtro, così come la compattezza dell’intera rosa, sono frutto delle intere settimane di lavoro del neo tecnico azzurro, che con umiltà ha risposto sul campo e invertito una tendenza inizialmente rivoltatasi contro. Un solo risultato negativo, così come solamente l’Inter, contro le due sconfitte della Roma di Garcia e le tre della Fiorentina. Non male, a pensarci bene. E ben vengano i pareggi, piuttosto che qualche brutta figura di troppo, specie se resta solo da recriminare quel pizzico di fortuna mancata.
Francesca Di Vito
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Articolo modificato 3 Nov 2015 - 00:23