Entrare in campo insieme ai nostri beniamini. Calcare lo stesso prato. Vederli correre, calciare, allenarsi davanti ai propri occhi, lì a pochi metri. Questo è il sogno di ogni tifoso. Quello che Oscar Luigi Fraulo, un bimbo danese di dieci anni, ha appena coronato. Il Midtjylland, club di cui è tifosissimo, gli ha regalato il giorno più bello della sua vita: una trasferta al seguito della squadra.
Oscar, a dispetto del nome italiano, non parla la nostra lingua. Con lui però c’è il papà, Pantaleone, originario di Ravello, incantevole paesino della costiera amalfitana, in cui ha vissuto fino ai dieci anni. “Mio figlio gioca in una piccola squadra a nord di Odense, in Danimarca – ci spiega – e il Midtjylland ha dato la possibilità ai vari ragazzi delle società affiliate di viaggiare insieme per far conoscere il calcio professionistico e maturare un’esperienza importante per il futuro”.
Prima il viaggio in aereo con i suoi idoli, poi in pullman da Capodichino fino al San Paolo, dove oggi pomeriggio s’è allenata la prossima avversaria del Napoli in Europa League.
Gli brillano gli occhi, è emozionatissimo. Il cuore batte a mille, la gioia è indescrivibile. Sale le scale dello stadio di Fuorigrotta e si ritrova lì, a calcare il manto erboso. E’ la prima volta che vede così da vicino i suoi campioni e non può fare a meno di sorridere.
Un’utopia, se confrontiamo la situazione con il nostro paese, in cui, sempre più spesso, a bambini e tifosi, non viene data nemmeno la possibilità di un autografo. Un territorio, soprattutto a Napoli e nel Meridione, in cui ragazzini in difficoltà sono costretti ad abbandonare le proprie passioni per problemi più grandi di loro. Mondi diversi, diametralmente opposti, ed una cultura – quella nordeuropea – che forse ha qualcosa in più da insegnarci.
Magari Oscar non diventerà mai un calciatore professionista. Forse sì. Il suo sogno, intanto, l’ha già realizzato.
Andrea Gagliotti
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