Il percorso per il colpo di Stato è ancora lungo. Ad oggi con i suoi 18 uomini Maurizio Sarri, conquista un passaggio del turno agevole, con due gare d’anticipo, tutto accompagnato ad un percorso encomiabile in campionato. Una marcia trionfale nel girone girone D di Europa League, sedici goal fatti, uno solo subito, dodici punti, qualificazione e primo posto in ghiaccio. Nessuno scampo al malcapitato Midtjylland di Thorup. Dopo i quattro goal dell’andata ecco il nuovo pokerissimo servito alla platea del San Paolo.
Il gruppo partenopeo gioca a menadito, memoria eidetica che si accompagna a dettami ormai radicati nell’operato di ogni interprete azzurro. Avversario annichilito, al netto di sei cambi rispetto all’undici titolare. Brilla Christian Maggio, tornato al goal, a modo suo, con una percussione in grado di riportare alla mente l’irresistibile esterno dell’era Mazzarri. Orgoglio e piglio da vice capitano, che non si arrende ad una titolarità ormai svanita, strappando applausi quando chiamato in causa. Presente e concreto in ogni fase di gioco, spingendosi spesso oltre l’ostacolo, lesto a cercare il fondo e ad assistere i compagni.
La mediana regge a dovere, impeccabile David Lopez, Hamsik in cattedra e Valdifiori che acquisisce minuti, fluidità e fiducia. Ma è in avanti che, nonostante un assetto rinnovato negli elementi il Napoli spacca la partita. Impossibile da contenere per la retroguardia danese la danza sul pallone di Lorenzo Insigne, incontenibile fin dalle primissime battute. Sua l’impronta sui primi goal azzurri: d’autore il tracciante con cui ispira il vantaggio di Omar El Kaddouri. Solida la risposta del marocchino di origini belga, spostato a destra per l’occasione. Sempre insidioso, spesso straripante, incide per gamba e imprevedibilità. Firma il vantaggio scappando sul filo del fuorigioco, ammaliando la linea difensiva avversaria e superando Andersen con tempismo e precisione. Una spina nel fianco fino al fischio finale, un jolly prezioso su cui il tecnico azzurro può riporre fiducia e speranze.
Agguanta la palma di migliore in campo Manolo Gabbiadini, a corredo del quinto goal stagionale a dispetto di un impiego, ad oggi, ancora da bomber di scorta. Un sussulto senza soluzione di continuità la sua ricerca della battuta dalla distanza, imprevedibile quando si esalta con la soluzione a lui più gradita. Ma è nell’area di rigore che l’ex Samp dà il meglio, rapace nel cogliere il massimo dalle occasioni più propizie e confezionare in un quarto d’ora la doppietta personale, numeri e gesti tecnichi a chiudere prima frazione di gara e partita. Il goal nel sangue, come chiodo fisso e irrinunciabile, segnali importanti a tecnico e piazza. Elemento imprescindibile in una stagione che si prospetta lunga e ricca di impegni e sfumature.
Edoardo Brancaccio