Tifare i colori azzurri è una missione e per qualsiasi tifoso gli ex hanno sempre un ruolo particolare nelle sfide e nei cuori. C’è chi li ricorda con amore, chi con odio (calcistico, si intende) chi li snobba. La macchina del tempo azzurra oggi ritorna al lontano 1995. Stagione ’95-’96, serie A 12esimo posto finale per quella squadra guidata dal compianto Vujadin Boskov.
Una squadra in prestito quella di quell’annata, era il Napoli del dopo Maradona, piena di debiti ma non povero di idee. Ferlaino riuscì a creare una formazione decente con pochi spiccioli. Venduti Fabio Cannavaro alla Parma e Benito Carbone all’Inter per circa sedici miliardi delle vecchie lire, il patron azzurro creò una squadra dal nulla. Ayala (Parma) prestito gratuito; Pizzi (Parma) 2500 milioni comproprietà; Colonnese (Roma) prestito gratuito; Baldini (Juventus) prestito gratuito; Taccola (Inter) prestito gratuito; Di Napoli (Inter) comproprietà 1500 milioni. Questa in sostanza la campagna acquisti della squadra partenopea.
Tra quei nomi un tale Francesco Baldini proveniente da Torino. Un ragazzetto a quei tempi, 21 anni per il giovane difensore prelevato dalla Juventus dopo la stagione in B con la Lucchese. Dopo l’esordio in A alla Juve sotto la guida di Trapattoni la stagione della verità per il giovane Francesco che collezionerà 27 presenze, facendosi apprezzare. Arrivato quasi per caso alle falde del San Paolo, ci resterà sino al 2001 dopo essere diventato anche capitano dopo la partenza dell’argentino Ayala.
Stagioni tribolate per i colori azzurri, stagioni culminate con la retrocessione del 2001. Baldini preso come capro espiatorio subisce anche un’aggressione verbale a Palermo in una sfida giocata contro la Fiorentina (e vinta per 1-0) in campo neutro. Aggressione verbale sul lungomare di Mondello per Baldini con la scusa della scarsa determinazione ed attaccamento alla maglia. Perse la fascia di capitano (passata sul braccio di Magoni) e la fiducia dell’ambiente passando alla Reggina (anch’essa in serie B) nella stagione successiva.
Dopo la conquista della promozione con la squadra calabrese ritorna al San Paolo per difendere ancora i colori azzurri. La salvezza in cadetteria gli varrà la seconda aggressione che gli sarà quasi fatale. Quattro teppisti nella notte di inizio dicembre lo aggrediranno a colpi di spranga, ferendolo con le schegge del parabrezza della sua Smart andato in frantumi. “Vigliacchi, non tifosi” le parole del giocatore che a fine stagione lascerà il Napoli per il Genoa al posto di Cvitanovic.
Ha intrapreso la carriera di allenatore ora Baldini. Prima le giovanili del Bologna, poi la Lucchese prima della rescissione del contratto.
Stagioni tribolate per la società azzurra, stagioni orribili per le aggressioni patite da un giocatore che ha sempre fatto di tutto per onorare i colori azzurri.
Antonio Picarelli
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Articolo modificato 7 Nov 2015 - 21:15