Tre punti per la continuità, per lo spirito, per percorrere quest’imponente cavalcata a testa alta nell’approdo ad una sosta da prendere, come sempre, con le molle. Un giocattolo perfetto, con alti e bassi come qualsiasi aspetto della vita e dello sport, ma su una linea continua irreprensibile, figlia di un percorso intrapreso con il profilo basso fino ad emergere come certezza in Italia e in Europa. Una vittoria da grande squadra, trascinata dallo spunto del campione contro un’Udinese coriacea, per nulla remissiva. Più volte alle corde sotto i colpi dell’undici partenopeo, ma riuscendo sempre a ripiegare con ordine, fino alla resa con l’onore delle armi.
Ancora imbattuta la retroguardia azzurra, una piacevole certezza a spazzare via in un attimo intere gestioni tecniche contraddistinte, loro malgrado, da un senso di precarietà lancinante per la retroguardia. Kalidou Koulibaly è il simbolo lampante di questo cambio di marcia che a tratti appare come una vera e propria rivoluzione. Devastante negli interventi in velocità, accorto sui palloni alti, preciso in anticipo e in impostazione. I margini di miglioramento per il classe ’91 ex Genk appaiono ancora profondi, tutti da scoprire. Oggi una certezza, rendendo normalità i picchi già mostrati, a targhe alterne, nella sua prima stagione alle pendici del Vesuvio.
In tema di cambiamenti, di wind of changes in salsa tosco-partenopea la menzione per Jorgiho è dovuta. Asse portante della mediana in cui giostrare affiancato dal solito, instancabile Allan tutto polmoni e qualità. Regista, metronomo, metodista, ogni appellativo è calzato su misura per il rendimento, a tratti persino sorprendente, del centrocampista ex Hellas. Le anticipazioni di Sarri in estate, le lodi anche inattese – nella convinzione che il titolare, ad oggi, sarebbe stato un altro – il prologo di un inizio stagione da favola. Conquistando con merito la prima convocazione in azzurro. Preciso, impeccabile nella misura e nel ragionare. Rapido di gamba e di testa, uomo ovunque nella zona nevralgica del campo. Lucido nel cogliere i varchi più reconditi e decisivi, giocando in verticale. Suo il tracciante ad innescare il goal vittoria.
Rete decisiva, oltre ottanta minuti a livelli sontuosi, è Gonzalo Higuain il migliore in campo della sfida di stasera. Globuli da bomber copiosi nelle vene ad alternarsi ad un sopraffino lavoro da regista offensivo: tagli al bacio, cambi di gioco al millimetro, unico nel suo genere per essere un numero nove da 200 goal in carriera con i club. Rete da ricordare per numeri ed estetica, un colpo di biliardo, gli scarpini come un compasso a non lasciare tregua ad un Karnezis che ha fatto fede alle qualità mostrate nelle ultime stagioni per tutti i 90′ di gara. Idolo di gruppo e piazza, per la gioia del patron e del tecnico, che si coccolano il miglior Pipita di sempre. Pronto a trascinare gli azzurri verso vette tutte da scorgere, scalando, fino a trovare l’orizzonte.
Edoardo Brancaccio