Ultima sosta causa Nazionali, prima di gettarsi in un mese intensissimo che catapulterà la stagione verso il 2016. Agli atti una Serie A che ha ancora tutto da raccontare, colma di sorprese ma che comincia a delineare equilibri e certezze. La spumeggiante Fiorentina di Sousa e la speculare Inter di Mancini in testa, a un passo, sfiorate dai punti fermi di Roma e Napoli; compagini la cui qualità è ormai certificata, indiscussa, pronte a lanciare il definitivo assalto al gradino più alto del podio. Settimana di esoneri con le radicali, e opinabili, scelte dei vulcanici Zamparini e Ferrero. Valutazioni che stonano con l’equilibrio e la continuità nella gestione tecnica – frutto anche di errori passati – che sulla Via Emilia vede il Sassuolo dipingere un campionato d’encomio per la migliore delle provinciali. Rialza il tiro, scacciando i fantasmi di un ennesimo ribaltone tecnico, il Milan guidato da Sinisa Mihajlovic. Cinque risultati utili consecutivi, undici punti con cui riaprire più di uno spiraglio verso obiettivi mai nascosti, tutto impreziosito da quella linea verde che dovrebbe rappresentare un monito per l’intero movimento. Sosta di polemiche, come quella aizzata dalle esclusioni dalla Nazionale di Conte, con corredo di frecciate del commissario tecnico azzurro indirizzate, su tutti, a Lorenzo Insigne. Giorni pregni di spunti e riflessioni, toccati con il collega e vice direttore di SpazioMilan.it, Daniele Mariani, contattato dalla nostra redazione.
Arriva l’ultima sosta prima della pausa natalizia. Trascorse dodici giornate la Serie A vede Inter e Fiorentina battistrada, seguite dalla Roma di un’incollatura. Ti hanno impressionato le prime della classe?
Sono particolarmente sorpreso e contento di vedere una Fiorentina che gioca un calcio diverso, di grande livello. Non sono una squadra che può essere considerata al pari delle altre come blasone, ma sta giocando benissimo, aldilà della classifica. Non credevo che Paulo Sousa e alcuni calciatori, come Kalinic e Ilicic, potessero rendere in questo modo, erano punti di domanda. La vittoria di Marassi è stata impressionante da questo punto di vista, medesima impressione per il Napoli di Sarri che sta giocando un grandissimo calcio. La Roma sulla carta resta la squadra favorita, ma in questa lotta vedo bene azzurri e viola. Le passate stagioni hanno dimostrato quanto la Roma possa calare, nel contesto d’altissima classifica non vedo invece bene l’Inter.
Inter che dunque, nonostante l’ottima classifica, vedi distante da qualsiasi discorso tricolore…
Riconosco all’Inter che sta giocando piuttosto male ma, sostanzialmente, come vuole il tecnico. Questa è la squadra che voleva, che gli hanno costruito in estate. Dal punto di vista dei singoli stanno dando il massimo, sul piano difensivo stanno rendendo anche sopra il loro valore, ma non la vedo una candidata credibile per il titolo. Se dovessi scegliere, propenderei per una squadra che esprime un altro tipo di gioco.
Settimana dedicata alle Nazionali ma anche… agli esoneri. Saltano le panchine di Sampdoria e Palermo mentre in Emilia, a Sassuolo, la dirigenza neroverde dimostra quanto la continuità tecnica possa portare ottimi risultati per una “medio-piccola”, agguantando, con merito, la zona Europa League. Che ne pensi?
Sugli esoneri parla molto la storia di Zamparini, credo che sia stato assurdo cacciare Iachini dopo la vittoria a rete inviolata nello scontro diretto al Barbera. Il solito giochino del patron rosanero che lo vede richiamare un allenatore già passato per la Sicilia come Ballardini mi lascia perplesso, mi pongo una domanda: dov’è che migliori? Non vedo il salto di qualità. Sul fronte Samp il discorso è diverso, Zenga – andando oltre l’aspetto carattieriale – credo stesse facendo un campionato dignitoso. Certo arrivasse Montella il salto di qualità sarebbe lampante. Il Sassuolo è cronaca di scelte vincenti: puntare su un tecnico giovane, talentuoso, molto preparato come Di Francesco è una scelta a dir poco azzeccata. Credo avrà a breve nei prossimi anni un’opportunità in club di grande prestigio, se lo merita.
Anche la panchina di Mihajlovic è apparsa traballante a più riprese in questo primo scorcio stagionale. Salvo ritrovare solidità – e stabilità – con il recente filotto di risultati utili…
Io sono sorpreso in negativo, anche abbastanza anche stufo di leggere di nomi strampalati per la panchina. Nomi come Guidolin e altre possibilità remote. Se il Milan non avesse vinto contro il Sassuolo si paventava, per dire, un esonero dell’allenatore rossonero. Resto invece convinto di un rapporto solido, buono, tra Mihajlovic e Berlusconi. Certo, non è possibile al momento vedere un gran calcio, spumeggiante, ma se si prende il serbo si conoscono i suoi pregi e suoi difetti. Un allenatore che riporta in campo regole, principi, carattere, senza troppi stravolgimenti dal punto di vista tattico. Berlusconi resta un esteta, ma credo comunque che il Milan sia convinto del suo allenatore. La ritengo una scelta azzeccata da molti punti di vista e la cosa fondamentale è che aldilà della gara contro l’Atalanta e di come andrà con la Juventus Mihajlovic sarà l’allenatore del Milan. Anche perché se il Milan in tre anni cambia svariati allenatori ed il miglior risultato raggiunto è stato un ottavo posto con Seedorf forse, con ogni probabilità, le colpe andrebbero ricercate non propriamente in panchina, ma in altri lidi.
Merito dell’allenatore serbo va sicuramente riscontrato nel non avere alcuna remora nel lanciare, e investire, su giovani di talento. Donnarumma, Romagnoli, Calabria, come valuti l’impatto della “linea verde” rossonera?
Sicuramente in maniera positiva, molto bella la scelta di vedere una difesa così giovane. Rischiosa, perché talvolta possono esserci degli errori. Ma sono tutti elementi che vanno messi in conto, non è possibile richiedere la perfezione, non sono perfetti professionisti affermati, non è possibile esigerla da giocatori giovanissimi. Faccio due precisazioni: Donnarumma sta facendo bene, ma non carichiamolo troppo con paragoni pesanti, attendiamo che faccia il suo corso e le sue esperienze. Di Romagnoli sono contentissimo, ero convinto che l’investimento avrebbe dato grossi frutti. Non però credevo raggiungesse subito certi livelli, è stato un investimento importante per un giocatore che ha tutto per diventare un elemento fondamentale negli anni per il Milan e la Nazionale. De Sciglio è invece un discorso a parte, le sue prestazioni non sono per niente convincenti. Mi sembra assurdo che un giocatore che gioca così male, inanellando cattive prestazioni, possa avere così tante opportunità al Milan come in Nazionale.
In riva al Golfo regna, saldamente, Maurizio Sarri, accostato nel recente passato alla panchina rossonera. Un percorso non esente da critiche nelle prime battute ma che ora sta regalando grandi soddisfazioni. Imbattuto da agosto, un Napoli convincente sul piano del gioco e dei risultati…
A conti fatti, in rossonero avrei preferito Sarri e non Mihajlovic. Di sicuro il Milan avrebbe un presente più convincente, nulla – come ribadito – contro il serbo ma parlano i fatti. I rossoneri avrebbero reso sicuramente di più dal punto di vista del gioco e dei punti. Il rapporto con Berlusconi sarebbe stato interessante, ripercorrendo le orme di Sacchi. Il Napoli è una squadra che insegna calcio, si diverte sul rettangolo di gioco. Sarri sta avendo un’ottima gestione degli interpreti in avanti, sebbene qualcuno si lamenti la rotta è quella giusta. Higuain a questi livelli non si era mai visto, la difesa sta facendo benissimo grazie ad un’organizzazione precisa. Vedere Koulibaly ed Albiol portar palla in sicurezza è sorprendente ed è il frutto del lavoro del tecnico, sebbene non siano giocatori di grandissima qualità.
Riesci a trovare qualche limite nell’attuale gestione tecnica azzurra?
Ci vorrebbe ancora più continuità contro le piccole squadre. Credo che il Napoli abbia una straordinaria opportunità, devi non avere alcun calo di pressione contro le cosiddette provinciali, soffrendo meno di quanto accaduto contro squadre come Sassuolo, Carpi, lo stesso Chievo dove gli azzurri hanno vinto con grande sofferenza. Le belle figure contro le big sono arrivate, ora per il titolo manca quest’ulteriore step.
Tra i casi della settimana è impossibile non annoverare la polemica del commissario tecnico con i giocatori che non vedono la Nazionale italiana come priorità. Querelle che, comunque la si guardi, ha in Lorenzo Insigne tra i primissimi indiziati…
Conte lo conosciamo come personaggio mediatico, dal carattere difficile. L’atteggiamento che aveva alla Juve lo sta riproponendo con la Nazionale. Gode della polemica, rende al meglio in ambienti particolarmente tesi. Bisognerà riscontrare quanto possa giovarne la squadra, alla Juve l’ha fatto, sulla Nazionale ho qualche dubbio in più. Secondo me si pone in questo modo perché ha ancora molti dubbi, a pochi mesi dagli Europei a mio parere l’Italia resta un’incognita, una squadra che se arrivasse in semifinale sarebbe un’impresa. Parte come quinta/sesta forza ma sono impressioni. Su Insigne è tecnicamente un errore madornale, lo sarà adesso e lo sarà sempre. Credo che di questo passo Insigne andrà sicuramente agli Europei e che sia stato un gesto più di nervosismo che altro. Lasciare a casa un giocatore che sta facendo bene e non premiarlo non è sicuramente il massimo, se posso fare un appunto ad Insigne resto comunque dell’idea che potrebbe spendersi un po’ di più per la Nazionale e nel caso specifico, quello contestato dal commissario tecnico, potesse almeno provare, restare a disposizione del c.t senza tornare subito a casa.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 12 Nov 2015 - 21:07