E’ stato il vero e proprio tallone d’Achille nelle passate stagioni. Quando si assisteva ad un Napoli intraprendente e cinico contro squadre di pari valore o più forti, e ad una versione opaca e sgraziata contro le compagini medio-piccole: tanti i punti gettati alle ortiche, precludendosi la possibilità, concreta, di raggiungere risultati ancora migliori di quelli ottenuti. Soprattutto in campionato, dove la continuità è fondamentale.
MATURITÀ – Anche all’alba di questa stagione gli azzurri avevano proseguito sullo stesso canovaccio. La sconfitta con il Sassuolo, i pareggi con Empoli e Carpi fuori casa e con la Sampdoria al San Paolo: insomma, la musica sembrava sempre la stessa, stonata, solfa. Poi qualcosa è cambiato, soprattutto nella mentalità. Quella stessa che aveva invocato tante volte Benitez nella passata stagione, senza mai riuscire a raggiungerla: ce l’ha fatta il suo successore, perchè il merito di questa striscia positiva (15 risultati utili, scusate se è poco) è soprattutto di Maurizio Sarri, che ha saputo dare alla squadra la giusta consapevolezza dei propri mezzi e quella concentrazione che fa rima con maturità.
UNA NETTA SENSAZIONE – Avevamo detto che questo mese di novembre sarebbe stato un banco di prova continuo sotto quest’aspetto: Chievo, Palermo, Genoa, Udinese ed Hellas. Da Verona a Verona, cinque partite contro squadre di medio-bassa classifica; l’anno scorso sarebbero state problematiche. Quest’anno il Napoli le ha sorseggiate come un bicchiere d’acqua fresco in primavera. Nessuna passeggiata, per carità, però la sensazione netta, forte, che gli azzurri abbiano finalmente capito come affrontare realtà inferiori quali quelle elencate prima. E infatti sono arrivati 13 punti su 15 disponibili: il pokerissimo è mancato solo per un pizzico di imprecisione sotto porta a Marassi. Fa nulla: per risultati e prestazioni, ora il Napoli si iscrive di diritto alla corsa scudetto. E lunedì contro l’Inter ci sarà il primo vero e proprio scontro diretto.
Vincenzo Balzano
Twitter: @VinBalzano
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