Lo storico allenatore azzurro Ottavio Bianchi ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine dell’edizione odierna de Il Corriere dello Sport analizzando la sfida di lunedì tra Napoli e Inter, anch’essa sua ex squadra. Ecco le sue parole: “Mi sembra un po’ troppo prematuro parlare già di sfida scudetto, visto che siamo ancora all’inizio del campionato. Ma è senza dubbio una gara importante, che può delineare meglio le forze in campo. Ciò non toglie che si affronteranno le due squadre che stanno facendo meglio. E, in ogni caso, trattandosi di una scontro diretto, i punti valgono doppio.
Mi aspetto una partita molto tattica. Da una parte ci sarà il Napoli, che è una squadra completa in tutti i reparti, sviluppa il suo gioco, va a concludere. Allo stesso tempo, fa un buon filtro a centrocampo, sapendo quando è il momento di rallentare e quando è quello di accelerare: non va mai all’assalto scriteriatamente. L’Inter è diversa, si chiude e aspetta il gol che può arrivare da un momento all’altro. Qualcuno potrà anche storcere il naso ma è lì. Certo il Napoli la sua identità l’ha già trovata, mentre l’Inter la cerca ancora. Gli azzurri sono più organici e in definitiva hanno qualcosa in più. I risultati, però, parlano anche per i nerazzurri.
Dove si scorge meglio la mano dei due allenatori? Il discorso per l’Inter è più complicato, visto che Mancini, rispetto alla scorsa stagione, ha voluto cambiare tanto. Ci sono stati tanti innesti, quasi tutti stranieri e ammetto che questa filosofia non mi fa impazzire. Il Napoli, invece, era già reduce da annate positive e Sarri ha saputo dargli una migliore organizzazione difensiva. Del resto è lì che può influire un allenatore, perché in attacco contano sì i movimenti senza palla, ma la differenza la fa chi ha fantasia e chi salta l’uomo.
La base che ha ereditato Sarri era già buona, poi lui è stato bravo a non stravolgere tutto. Ha sistemato gli elementi di maggior talento nelle posizioni più adatte. Devo dire che è stata una conduzione di buon senso.
Higuain è il prototipo del centravanti moderno. Meglio di lui, nel suo ruolo, è difficile trovare qualcuno in giro. E il Napoli, giustamente, se ne serve, provando ad esaltare le sue caratteristiche il più possibile. Nell’Inter per il momento non vedo un giocatore dello stesso livello; vedo, semmai, un collettivo. Nel Napoli, invece, ci sono sempre i soliti 2-3 che fanno la differenza. Nei nerazzurri, i protagonisti cambiano sempre.
Sono particolarmente legato al Napoli e spero proprio che possa essere l’anno buono per lo scudetto. Vedo segnali interessanti, come una buona organizzazione di gioco, giocatori che si sacrificano e che non si lamentano, una società che non fa mancare nulla, poche polemiche e poi c’è il pubblico, che storicamente è sempre stato vicino alla squadra. Per quello che si è visto finora, il Napoli è la squadra migliore tra quelle in vetta”.
Articolo modificato 24 Nov 2015 - 08:16