Ha del singolare la vicenda accaduta ad un tifoso dell’Ascoli, Andrea Fazzini. Contro il sostenitore dei bianconeri è stato emesso il 20 aprile scorso un DASPO di quattro anni, in quanto accusato di aver aggredito un poliziotto poco fuori lo stadio. Andrea, però, quella sera non si trovava allo stadio, ma a casa.
“La mattina il mio assistito andò all’università, il pomeriggio si recò in palestra, timbrando anche il cartellino, e la sera vide la partita in tv assieme alla sua famiglia – sostiene l’avvocato che difende il tifoso – il 20 aprile la Digos di Ascoli effettuò una perquisizione a casa del malcapitato alle 7 di mattino. Chiamai subito il PM Mantovani, il quale con molta umanità delegò la Questura di Pisa per accertare le circostanze dedotte nella memoria difensiva. La Questura di Pisa, a sua volta, delegò la Questura di Ascoli. Dopo due mesi di indagini, la Digos di Ascoli inviò alla Questura di Pisa gli accertamenti che consentirono di escludere la sua presenza allo stadio di Pisa. I primi di luglio il P.M. mi avvisò della richiesta di archiviazione”.
“Ora siamo in attesa che il GIP formalizzi la richiesta di archiviazione nei confronti del mio assistito sono già passati tre mesi. Il vero problema qui è che c’è un soggetto che ha commesso un reato molto grave e può girare tranquillamente in tutti gli stadi d’Italia, mentre il ragazzo che quel giorno era assieme alla sua famiglia non può addirittura guardare una partita di suo fratello che gioca con la Primavera dell’Ascoli. E’ stato anche un danno d’immagine notevole nei suoi confronti. La Questura di Pisa sa bene che non ha commesso alcun reato, ma ancora il DASPO non è stato revocato”.
“Mi hanno tolto la libertà – sostiene il tifoso – quello che mi fa più rabbia è il fatto di non poter guardare neanche le partite di mio fratello, la mia gioia più grande. Spero che questa vicenda si possa concludere al più presto”.
Articolo modificato 26 Nov 2015 - 15:13