Vincere aiuta a vincere, ma per costruire una macchina da punti, gioco e risultati utili la richiesta è ben più probante, onerosa. Responso da ricercare nel manico, nell’applicazione maniacale, nel connubio unico tra metodo e idea che Maurizio Sarri è riuscito a imprimere in pochi mesi alle pendici del Vesuvio.
Dati alla mano la marcia del gruppo del tecnico ex Empoli è trionfale, devastante, anche al lordo di una falsa partenza necessaria, però, per trovare la definitiva chiave di volta negli equilibri di un collettivo che ad oggi, appare impermeabile alle contingenze. Difficile, quasi impossibile, scorgere dei limiti.
Numeri, fatti concreti, quelli riportati dal Corriere dello Sport, che evidenziano la straordinaria serie iniziale di Sarri sulla panchina azzurra. Diciassette risultati utili nelle prime diciotto gare, solo il passo falso di Reggio Emilia contro il Sassuolo a intaccare, di un’inezia, l’eventuale en plein. Superato il percorso del primo Walter Mazzarri, che dal suo approdo a Napoli, nell’ottobre 2009, riuscì a collezionare 16 risultati utili consecutivi. Distanti le due annate di Rafa Benitez (13 e 14) e il miglior approccio di Reja in Serie A in azzurro: 14 risultati utili.
Il distacco con i predecessori, rapportato alla percentuale di gare vinte/disputate, è abissale. Va ovviamente preso con il beneficio d’inventario, essendo rapportato ad un numero di partite ad oggi nettamente inferiori. Un lapidario 72,2% di vittorie per Sarri, a distanziare Benitez (54,5%), Mazzarri (48,9% )e Reja (41,4%).
Articolo modificato 28 Nov 2015 - 16:07