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Caianiello (SpazioInter) a SN: “I nerazzurri hanno dimostrato di giocarsela con avversari di livello, ecco che squadra vedremo in campo. L’Inter deve dare un segnale: lottare per vincere. E su Icardi e Higuain…”

Mancano circa ventiquattro ore al big match tra Napoli ed Inter. Domani alle 21 in un San Paolo da record – oltre cinquantamila spettatori attesi – andrà in scena l’incontro tra la prima e la seconda squadra della Serie A. Gli azzurri – ormai rodati e reduci da diciotto risultati utili consecutivi tra campionato e coppa – sono alla ricerca della vetta. I nerazzurri, solidi ed efficaci, si batteranno per restare da soli in cima alla classifica.

Noi di SpazioNapoli abbiamo sentito il collega Antonio Caianiello, caporedattore di SpazioInter.

Napoli e Inter sono le squadre meno battute del campionato (entrambe una sola sconfitta), che partita ti aspetti?

“Sicuramente una partita divertente. L’Inter ha dimostrato che con squadre di pari o superiore livello riesce a giocarsela benissimo. Con Juve e Roma ha avuto sì un atteggiamento difensivo, ma allo stesso tempo ha saputo proporre anche azioni offensive. Nell’ultimo match, ad esempio, abbiamo visto un buon livello di gioco.  Domani si vedrà una squadra molto attenta dietro, ma non rinunciataria”.

Da un lato un attacco, quello del Napoli – il terzo della Serie A con 24 reti – dall’altro la difesa migliore del campionato. Come ha preparato la gara Mancini? Che Inter vedremo?

“Mi aspetto una squadra che lascerà il pallino del gioco al Napoli come ha fatto con la Juve. Mancini ci ha abituato a sorprese nel modulo e negli uomini in campo, è difficile dunque ipotizzare una formazione certa. Probabile possa utilizzare un 4-3-3 senza Icardi e con il tridente formato da Perisic, Jovetic e Ljajic. A centrocampo non ci sarà Kondogbia e, insieme a Melo e Medel, giocherà tra Guarin e Brozovic. L’idea è quella dunque di schierarsi a specchio, ma non è da escludere una difesa a tre per arginare con maggior efficacia i pericoli sulle fasce”.

Sarà una sfida scudetto oppure – in linea con quanto dicono Sarri e Mancini – è ancora presto per parlare di titolo?

“Sono d’accordo con i due allenatori. Ovviamente dopo aver disputato un terzo del campionato si fa qualche conto, ma la situazione è ancora fortemente in bilico. La Roma oggi ha perso e bisognerà vedere la sua reazione nelle prossime gare. Attenzione inoltre a Juve e Fiorentina. Al ritorno, nelle stesse condizioni, parlerei sicuramente di sfida scudetto, ma oggi non è corretto, anche nei confronti delle altre pretendenti. C’è una bella lotta per il titolo, quest’anno la Serie A somiglia, per competitività, alla Premier”.

L’Inter è una squadra molto concreta, ma il suo modo di giocare ha spesso suscitato le critiche degli addetti ai lavori…

“Una piazza come quella interista non può prescindere dal risultato. A Milano, così come a Napoli, Torino e Roma, se non arrivano i tre punti si parla di fallimento e il gioco conta fino ad un certo punto. Ad esempio Sarri all’inizio stentava ad acquisire risultati e, nonostante la squadra non giocasse male, ci furono feroci critiche. Ho sempre creduto che dovesse avere maggiore tempo per ingranare e così è stato. Il gioco dell’Inter per ora va bene. Dopo anni deludenti, arrivare alla tredicesima giornata con 30 punti è un grande traguardo. Nessun interista se lo sarebbe mai aspettato. Certo si può migliorare, ma se Mancini dovesse vincere tutte le partite giocando male non si creerebbe nessuna tragedia. Abbiamo visto tanti campionati in passato vinti da squadre che non brillavano troppo. Ciò che conta, alla fine, è il risultato”.

Napoli-Inter è anche la sfida tra due bomber argentini. Higuain da un lato, Icardi dall’altro: cosa ti piace di più dell’uno e dell’altro?

“Questa credo sia la migliore annata di Higuain. Ha raggiunto la completa maturità, oltre ad essere motivato per bene. L’anno scorso era meno concentrato, mentre ora ha la cosiddetta “cazzimma”. Ed è proprio questo che mi piace di lui. Il suo unico difetto, forse, è quello di andare al massimo quando la squadra gira alla perfezione e risentire dei periodi negativi della stessa. Icardi è giovane e ha grandissime potenzialità. Deve però migliorare molto. E’ un ragazzo che lotta tanto e, al di là delle notizie di gossip, ha la testa sulle spalle. S’impegna molto. Ha bisogno di dialogare meglio con i compagni, anche se nell’ultimo periodo ha creato un buon feeling con Ljajic. Icardi e Higuain sono due giocatori molto diversi dal punto di vista tecnico. Il primo più da area da rigore, il Pipita riesce ad essere devastante anche negli ultimi venticinque metri. Icardi aspetta il pallone, Higuain se lo va a prendere”.

Mediana estremamente tecnica quella del Napoli, fisicità e agonismo nell’Inter. Sarà una bella sfida in mezzo al campo…

“L’Inter proverà ad imporre la sua fisicità per avere la meglio sulla tecnica degli azzurri. Il centrocampo ideale è quello che riesce ad alternare qualità e quantità. Credo che entrambe le squadre riescano ad abbinare bene le due caratteristiche. Il Napoli è tecnico, ma non disdegna forza e quantità in mezzo al campo. I nerazzurri hanno in Kondogbia – che però sarà assente – e Guarin i giocatori con maggiore qualità”.

L’Inter è alla sua prima trasferta con una big. Per ora il derby con il Milan, poi Fiorentina, Juve e Roma in casa. Può considerarsi la vera e propria prova di maturità dei nerazzurri?

“Non parlerei tanto di maturità – perché tredici partite per dimostrare la propria forza sono tante – quanto di fissazione di obiettivi. L’Inter è chiamata a far capire a tifosi e addetti ai lavori fin dove può spingersi. Certamente sarà una gara difficilissima. I nerazzurri non vincono al San Paolo dal ’97 e i partenopei i casa sono una macchina da guerra. L’Inter può permettersi di perdere, ma deve dare un segnale al campionato: lottare per vincere”.

Andrea Gagliotti (Twitter: @AndreaGagliotti)

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Articolo modificato 29 Nov 2015 - 20:30

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