Careca: “Consiglio due calciatori al Napoli. Dunga segue Jorginho, potrebbe convocarlo presto. Il mio segreto? Vongole e mozzarella! E sul paragone con Higuain…”

L’ex attaccante del Napoli, Antonio Careca, è presente al centro commerciale “La Cartiera” di Pompei in occasione della presentazione del libro “Il Romanzo del Grande Napoli”, scritto da Giampaolo Materazzo e Dario Sarnataro. Tantissimi i tifosi presenti per omaggiarlo, e l’ex bomber li sta deliziando con alcuni aneddoti di quando lui era il protagonista del campo di calcio, e non sta tralasciando qualche dichiarazione sul momento attuale del Napoli:

Napoli per me è tutto, vedo tantissimi parallelismi con il Brasile. I tifosi sono molto esigenti ma passionali. Ho dei ricordi splendidi, come la vittoria della Coppa Uefa. Jorginho è un giocatore importante per il Napoli. Due settimane fa ho visionato la nazionale, ho aiutato Dunga e posso dire con certezza che Neymar è un fenomeno è un genio è la gioia del calcio. Il centrocampo del Brasile avrebbe bisogno di Jorginho. Se dovesse fare ancora bene con il Napoli, Dunga lo terrà presente.

Il futuro del Napoli? Chi è qui deve giocare al massimo sempre contro tutto e tutti e gli azzurri lo stanno facendo al meglio merito anche di Sarri. La strada per lo scudetto è ancora lunga ma il Napoli può dire la sua fino alla fine. Bologna-Napoli che ci regalò lo scudetto? Un ricordo stupendo. È un momento delicato per il Bologna terz’ultimo ma il morale del Napoli è altissimo e farà sicuramente molto bene. Il mio segreto? La pasta con le vongole ed anche la mozzarella, le consiglio ad Higuain per fare ancora meglio!

Higuain? È impossibile fare paragoni su giocatori di due ere del calcio diverse, un po’ come facevano con Zola e Maradona. Higuain deve vincere ancora tanto e glielo auguro, è un fuoriclasse ed ha tutte le carte in regola per farlo. Spesso do indicazioni ad Edo De Laurentiis per il mercato ma non mi ascoltano molto. Io resto sempre a loro disposizioni e non voglio chiedere loro niente, tanto meno soldi. Lo faccio come ringraziamento per tutto quello che mi hanno dato. I giovani promettenti? Segnalo Lucas Lima, Gabri… ci sono tanti nomi ma c’è bisogno di un discorso prospettico. Loro sono molto informati e preparati, ma bisogna arrivare prima e scalzare la concorrenza.

Le differenze tra il Napoli attuale e quello di Bianchi? Beh giocare con Maradona rende tutto più facile. C’erano però tanti giocatori interessanti come Ciccio Romano e Ciro Ferrara, inoltre era bellissimo giocare con Giordano, un vero campione, di forza ed estrema intelligenza tattica. Allora non ci allenavamo tutti i giorni come ora, adesso lo fanno quotidianamente e fisicamente sono davvero potenti. La forza del Napoli di oggi è la forza della squadra, che poi era anche la nostra dove però emergevano dei campioni assoluti. C’era uno stile di gioco basato su velocità e schema definito. Ora le squadre sono più equilibrate, ci si studia di più chiudendosi.

Sarri dalla gavetta? È un mister preparato, napoletano e di carattere. È sempre difficile quando sei partenopeo giocare ed allenare qui. I napoletani sono persone ambiziose, vogliono vincere e lui rispecchia queste caratteristiche. Di Ottavio Bianchi ricordo la disciplina, il rigore. Con Bigon abbiamo fatto un bellissimo percorso ma spero che con Sarri il Napoli possa vincere tutto“.

La parola passa all’autore Giampaolo Materazzo: “È il secondo libro che scrivo con Dario Sarnataro e la storia del Napoli si presta perfettamente alla stesura di un romanzo. Raccontare le storie legate al calcio rappresenta al meglio tutte le metafore legate alle vite che le percorrono“.

Ancora Careca: “Il mio rapporto con i tifosi era splendido, mi piace molto stare con loro. Ho pazienza, anche in Brasile la ressa non mi preoccupava. Il napoletano è molto particolare e vive il calcio 24 ore su 24 ed è il minimo dare loro anche solo un minuto di attenzione. Il gol della finale di Stoccarda con il gesto con le mani sul volto? Pensai a come facevamo ad essere cosi forti, era un sogno vincere la finale. Nei giorni precedenti avevo la febbre a 40 e nessuno, tanto meno io, si aspettava che potessi rendere così.

SAN GENNARO ESISTE! C’è un aneddoto sul mio arrivo a Napoli: dovevo andare al Torino dove giocava il mio compagno di nazionale Juniors ma Moggi mi fermò e mi disse: aspetta che ti prendiamo noi. E cosi fu. Maradona? Diego è una persona speciale, il lunedì insieme mangiavamo carne, ovviamente churrasco brasiliano e non asado argentino (ride, ndr)”.

Dai nostri inviati a “La Cartiera” di Pompei: Alessia Bartiromo e Gennaro Sgambati.

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