Dal 27 luglio 2013 al 10 dicembre 2015 sono passati due anni, quattro mesi e tredici giorni: un battito di ciglia per le dinamiche stagionali di un calcio che non si ferma mai ed un abisso ad osservare lui, Gonzalo Higuain, che oggi spegne ben ventotto candeline. Due anni in azzurro e nuove consapevolezze ritrovate, così come il sorriso che finalmente non lo abbandona più: perché in fondo, la sua passione è fatta di divertimento, di gioia, di sacrifici ed anche motivazioni, le stesse che ti può dare una piazza che ti ha eletto sin da subito leader assoluto ed un allenatore che ti considera “specialmente uguale” agli altri compagni di squadra.
Inutile ripercorrere la storia ed il percorso azzurro del Pipita con la maglia del Napoli: mesi fatti di reti, lacrime, cadute e salite, percorse con grinta e convinzione, quella di un grande campione che sa come rialzarsi. In pochi mesi, sono state tante le esultanze del nove argentino, così come i momenti inaspettati. Due su tutti: le lacrime dopo l’eliminazione in Champions con ben 12 punti nel girone a pari merito dalla capolista proprio davanti ai propri tifosi e quel rigore sbagliato lo scorso maggio, che ha negato al Napoli ma soprattutto a sé stesso, il ritorno proprio in quella Champions. Uno scherzo del destino forse, o un nuovo segnale di maturità: perché le delusioni, gli ostacoli, fanno crescere ancor meglio e più velocemente delle soddisfazioni e delle vittorie facili.
Si volta pagina e lo fa tutto il club: si gioca la Coppa America ed anche lì le delusioni sono dietro l’angolo ma in quel di Partenope, ad accoglierti non c’è più l’integralismo iberico ma il rassicurante provincialismo di chi non ti hai mai stretto la mano ma è come se ti conoscesse da sempre. Maurizio è prima di tutto un papà, che ti sorride dagli occhi ma è pronto a spronarti e sgridarti come se fossi l’attaccante della berretti che punta ad arrivare in prima squadra. Poco importa se hai trascinato in vetta il Real Madrid, se hai giocato Mondiali, se hai conquistato piazzamenti Champions. Sei un campione ma puoi e vuoi diventare un fuoriclasse e Maurizio lo sa. Inoltre, tocca a te trascinare il Napoli: anche se forse, realmente non l’hai mai fatto a pieno. Tu credi in lui ed ha ragione: vi capite con uno sguardo, ritrovi forma fisica, serenità, gioia e fiducia. Insieme ai gol, tanti, tantissimi gol, pronto per non fermarti ed a volare sempre più in alto.
Non stasera, perché c’è da rifiatare in vista del big match contro la Roma ma proprio da domenica quando devi rimboccarti ancora una volta le manica e riscattarti dal quell’inaspettato e brutto ko di Bologna. Perché il calcio è fatto anche di questi momenti e tu hai imparto a rialzarti ed ad essere ancora più forte di prima. Ci saranno anche 28 candeline sulla torta ma Gonzalo di esperienza ne ha da vendere. Ed ora anche il sorriso, quello per conquistare in azzurro vittorie, soddisfazioni e tanti traguardi. Augurissimi Pipita!
Alessia Bartiromo
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