“Non lasciamo che l’odio prenda il sopravvento” – parola di Antonello Venditti, che ha commentato così, al suo concerto a Napoli negli scorsi giorni, il colloquio avuto con Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito. Si, perché tristemente Napoli-Roma si associa alla scomparsa del giovane tifoso azzurro, dopo gli incidenti di Tor di Quinto nel maggio 2014, quando un colpo di pistola coprì di sangue il corpo di un ragazzo amante dell’azzurro, lì per sostenere la sua squadra del cuore.
Ciro ora non c’è più e proprio la famiglia è stata un grande esempio di dignità e compostezza, persino dinanzi alla atrocità della morte del proprio figlio. Una sofferenza vissuta con riservatezza e positività: nessun odio, che Ciro sia l’ultimo e che sia da esempio, perché non si può morire per una passione.
Tanti i pregiudizi, tante le storie raccontate in questo anno e mezzo, tanto e ancora troppo dolore, non solo per tutti i tifosi del Napoli ma per ogni amante del gioco più bello del mondo, il calcio. Una ferita ancora aperta che non si rimarginerà mai. Ma tutto quello che è successo sia davvero esempio di civiltà e maturità per tutti. Basta odi e basta incomprensioni, che trionfi solo la sportività, la passione per i colori e per questo sport. Una partita non può né deve essere ricordata perché un folle, in passato appartenuto alla tifoseria avversaria, ha deciso di sparare per motivi beceri e ingiustificati, quali l’odio e il disprezzo. Una partita non può prescindere dalle follie di pochi a confronto della civiltà e del rispetto di molti. Una partita deve essere uno spettacolo, una gioia, un tripudio di colori, cori, di persone che gioiscono insieme per ciò che accomuna loro.
Napoli-Roma è alle porte e la trasferta sarà vietata: perché per colpa di pochi pagano tutti, perché l’irrazionalità prende sempre il sopravvento, perché la gioia deve diventare sempre e per forza dolore. Ciro vorrebbe questo? La vittoria più bella sarebbe quella di seppellire l’ascia di guerra e continuare a ricordare Ciro così come era, sorridente e spensierato, innamorato dell’azzurro del cielo e del suo Napoli. Perché, in fondo, domenica anche lui, da lassù, con una sciarpa al collo, canterà “Un giorno all’improvviso” e sorriderà per la sua squadra, che sta regalando tante soddisfazioni anche a lui in questa stagione. Che trionfino sempre, d’ora in poi e in tutte le partite, lo spettacolo, la civiltà e il bel calcio che è, fino a prova contraria, quello che accomuna tutti i tifosi, da Nord a Sud.
Gennaro Donnarumma
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Articolo modificato 11 Dic 2015 - 23:34