Un Verona venuto al San Paolo con la testa già alla prossima, decisiva, sfida di campionato contro il Sassuolo non può impensierire un Napoli che è in uno stato di forma davvero notevole. Per tutta la durata dei 90′ c’è un monologo della squadra di Sarri, anche se quella traversa di Checchin sul tramonto del primo tempo avrebbe potuto cambiare il corso della partita. Come però è ben noto, con i se e con i ma la storia non si fa.
La difesa azzurra viene impiegata il giusto: il falso nueve proposto da mister Del Neri impensierisce il giusto i difensori partenopei, comunque bravi ed attenti per tutta la gara. Sempre più convinto del suo gioco il difensore azzurro Kalidou Koulibaly, pronto a tentare il lancio lungo nei momenti di difficoltà e non solo. Menzione importante anche per Mirko Valdifiori. Il centrocampista ex Empoli ha dato prova di grande maturità calcistica, con un gioco di prima che piace all’allenatore e con decisioni veloci, tali da lasciare di stucco le difese avversarie. Il lancio lungo gli appartiene e si vede.
In attacco c’è l’imbarazzo della scelta. Quando si dice che il Napoli ha uno dei migliori pacchetti offensivi d’Italia è meglio crederci. Chi gioca di più, chi gioca di meno: tutti gli uomini di Sarri riescono a dare il loro contributo, mettendosi in mostra in maniera encomiabile. Straordinaria la partita di El Kaddouri, condita da gol e assist. Il migliore in campo della sfida di questa sera è però il suo opposto di reparto, Dries Mertens. Il folletto di Leuven è un incubo per Bianchetti e per tutta la difesa avversaria: sguscia via ingranando la quinta come la migliore delle supercar. La serpentina in occasione del raddoppio azzurro è l’epitome del curriculum del 14 azzurro: classe, destrezza e finalizzazione. L’unico che riesce a prenderlo è il giovane Fares, che lo fa però nel momento sbagliato, concedendo un rigore agli azzurri. Quando sente la parola “coppa”, che sia italiana o europea, non ce n’è per nessuno. Inverte spesso la posizione con El Kaddouri sul fronte offensivo, ma i risultati non cambiano, proprio come se si trattasse di una semplicissima addizione: questo vuol dire fare matematica.
Francesco Vassura