Mentalità, quella che forse è mancata per troppo tempo a questa squadra. Mentalità, quella che sta portando il Napoli al tanto osannato salto di qualità. Perché il vero cambiamento, in questa stagione, passa dalla testa dei calciatori, rinati dopo i disastri dello scorso anno e al servizio di un uomo, il tecnico Maurizio Sarri, che è riuscito ad entrare nella testa di ognuno di loro. Non contano i minuti in campo, conta la qualità. Non contano le reti o i passaggi fatti bene, conta il gruppo. Non serve elogiare Sarri per il suo lavoro, ormai sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che ad agosto non avrebbero puntato un euro su di lui e sulla squadra.
Inutile nascondersi: per questo Napoli la sfida col Verona aveva poche difficoltà ma tante insidie, soprattutto dopo i miracoli di Spezia, Carpi ed Alessandria, con le prime due che hanno eliminato Roma e Fiorentina e con la seconda che ha giustiziato prima il Palermo, poi il Genoa. Il colpo di scena era dietro l’angolo e un calo di concentrazione sarebbe stato fatale. Non quando sulla panchina, però, c’è un martello pneumatico come Sarri. Sempre pronto a richiamare i suoi, sempre pronto ad infuocarsi per ogni tocco sbagliato. Come capita al povero El Kaddouri, quando sbaglia una verticalizzazione per Strinic: Sarri esplode. Giocare in modo semplice, sempre, contro chiunque. La grande bellezza del gioco del Napoli sta proprio in questo: nella semplicità sbalorditiva, capace di far appassionare anche un bambino. “Siamo stati bravi sotto un aspetto: abbiamo gestito al meglio il risultato” – perché certe gare servono anche per imparare a migliorarsi e a gestirsi. La prova del Napoli, al di là dell’avversario, è da incorniciare. Quando gli azzurri giocano più con la testa che col cuore, il risultato è quasi sempre scontato. Mai domo Sarri: continua a dare indicazioni, lavora maniacalmente sui suoi, dà loro quel che serviva: la presenza costante di un punto di riferimento sul quale contare sempre e verso il quale potersi rivolgere in qualsiasi occasione.
Ma l’ex tecnico dell’Empoli trova anche il tempo per coccolarsi i suoi, non rifiutando di concedere loro qualche sorriso, come successo al momento del cambio di Higuain, col Pipita alla costante ricerca del goal, quasi come se ne sentisse la necessità e come se dovesse ancora mostrare a tutti le sue doti. Anche qui si vede la mano del tecnico: il dare costantemente motivazioni ai suoi, il far sì che sentano sempre la necessità di dimostrare qualcosa. Affrontare una gara sulla carta semplice con lo spirito dei leoni, per trovare sempre più consapevolezze e crescere, soprattutto sotto il profilo mentale. Il Napoli torna così a vincere, nel modo in cui ha abituato tutti, da provinciale quasi, giocando e divertendo i pochi spettatori accorsi. Gli azzurri continuano sulla loro strada, consapevoli che quello fatto finora è buono, ma che si può sempre fare di più. Dopotutto, è sempre una questione di mentalità.
Gennaro Donnarumma
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